Lamentando l’eccessiva concentrazione della scuola italiana sulla letteratura nostrana, in particolare non moderna, mio figlio dodicenne ha dichiarato con sarcasmo che tra poco gli “chiederanno la radice quadrata di quanto ha respirato Dante Alighieri“!
Beh…. ho obbiettato, posiamo provare a rispondere!
Abbiamo quindi cercato su internet quante volte respiriamo al minuto: tra le 12 e le 16 volte. Una media di 14.
Le date di nascita e di morte di Dante sono 1265 e 1321. Il poveretto è morto a 56 anni, un anno meno di quanto ne ho io mentre scrivo. Fatti i dovuti scongiuri abbiamo iniziato i nostri calcoli:
In un’ora respiriamo 14 x 60 = 840 volte
In un giorno respiriamo 840 x 24 = 20160 volte
In un anno fanno 20160 x 365 = 73584000 volte
Un essere umano di 56 anni avrà quindi respirato 73584000 x 56 = 412.070.400 volte.
Ecco quante volte ha respirato (in prima approssimazione) Dante Alighieri. Lascio a voi estrarre la radice quadrata…. 😉
Si potrebbe aumentare un po’ la precisione della stima considerando i giorni vissuti nell’anno di nascita ed in quello di morte, ma insomma, qualcosa su quante volte ha respirato una persona la possiamo dire.
Questo è un tipico “Problema di Fermi“. Enrico, il grande fisico italiano, trasferitosi negli USA durante la seconda guerra mondiale, lasciava pensierosi gli studenti proponendo dei problemi apparentemente assurdi, come il celebre “quanti accordatori di pianoforte ci sono a New York?”
La reazione immediata è che sia impossibile saperlo. Ma in realtà possiamo ridurre l’intervallo di cifre possibili anche di parecchio: New York ha 11 milioni di abitanti, sicuramente non sono tutti accordatori di pianoforte e sicuramente il loro numero non è zero. Si può iniziare con il farsi un’idea di quanti newyorkesi suonino il pianoforte. Magari non la metà. Un quarto? Un ottavo? E una volta deciso quanti possano essere abbiamo un’idea di quanti pianoforti possano esserci a New York e quanti accordatori possano realisticamente contare su un business di quel tipo visto che di certo un accordatore per ogni pianoforte non farebbe certo affari.
L’utilità dei Problemi di Fermi è quella di abituarci a non farci spaventare dall’apparente complessità di una situazione. Analizzandola criticamente la possiamo certamente ridurre a qualcosa di molto più semplice. E non si tratta solo delle studio della matematica…