In una stagione della famosa serie televisiva di successo Desperate Housewives, alcuni dei protagonisti maschili si ritrovano a suonare assieme formando un gruppo che diventa la loro attività ricreativa per il tempo libero. Il mio personaggio preferito guarda caso era il chitarrista solista (e suonava una Fender Stratocaster nella serie). Quindi mi sono immedesimato e trovavo la cosa molto simpatica. Peccato che gli sceneggiatori avevano invece pensato a questo siparietto per far fare ai membri del gruppo la figura degli immaturi che ancora non avevano lasciato alle spalle l’adolescenza.
Dilemmi digitali – o analogici?
Ogni tanto sfogo su questo mio blog i dilemmi hifi che nascono dopo certe riflessioni. Ovviamente la parola dilemma la scelgo così esagerata apposta per ironizzare sui tarli che spesso aggrediscono le menti degli appassionati hifi, noti come audiofili. Figuriamoci se questi possono davvero essere dei problemi esistenziali! Ben altro ci dovrebbe preoccupare e diventare un dilemma. Quindi concedetemi l’autoironia e veniamo al punto, perché per uno che ha un blog intitolato “I still play vinyl” e che condivide consigli su come regolare al meglio i giradischi Thorens, potrebbe trattarsi di una vera rivoluzione, qualcosa di totale che scuote le fondamenta. Il lato positivo è che mettere in dubbio se stessi e la capacità cambiare idee è contraddirsi è in rata una cosa positiva…
Il tono della chitarra
Per prima cosa voglio precisare che in questo articolo non voglio insegnare niente a nessuno. Ho semplicemente voglia di mettere per iscritto e condividere alcune cose che ho capito; scrivendole fisso i concetti, li rendo miei e mi chiarisco le idee ulteriormente. In più, riunisco questi concetti in una sola pagina per mia futura memoria. Se poi la condivisione può aiutare qualcun altro, tanto di guadagnato.
Riflessioni da una foto…
Una foto che mi ritrae attorno ai 20 anni, sorridente come raramente appaio nelle foto dell’epoca, felice nel mio elemento, soddisfatto di me stesso. Non lo ero davvero (ma lo sarò mai?), infatti venivo spesso ritratto col muso lungo, come se fossi arrabbiato o se avessi appena passato un guaio. Ma in questa foto sono in una pausa in una sala prove col gruppo in cui suonavo da studente universitario, con mia sorella al basso e altri due amici a batteria e tastiere. Stringo tra le braccia l’oggetto più prezioso della mia vita. Non perché fosse qualcosa di costoso, anzi. Era la mia prima chitarra elettrica, una copia del modello Fender Stratocaster che ho sempre sognato. Me la regalarono i genitori al mio 16 compleanno. Da allora fummo inseparabili. Ecco perché sto così bene in questa foto che per questo mi ha fatto riflettere.
Land of opportunities
Ammetto che essendo cresciuto a fumetti Marvel, musica rock e telefilm USA il mito americano mi ha accompagnato per quasi tutta la vita. Studiare una materia scientifica come la geologia me lo ha anche rafforzato visto che molte delle scoperte fondamentali sono targate Stati Uniti mentre in Italia ben poco si è fatto e ancor meno si sta facendo per argomenti che riguardano il mio campo di laurea. Infatti ho avuto non poche difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro come geologo. Mi veniva quindi naturale vedere gli USA come la terra delle opportunità anche in geologia. Solo che oltre ad essere immaturo, non avevo neanche idea di come funzionasse il “sistema” nostrano. Se ne avessi avuto consapevolezza forse non avrei perso delle opportunità che comunque mi si sono presentate ma che ho riconosciuto solo col senno del poi, quando il treno era ormai passato….
I’m more Shure now…
Se i miei due lettori e mezzo hanno seguito i miei post sulle testine per giradischi, li avranno trovati piuttosto altalenanti. In uno di essi ho ammesso una totale confusione. Ma dei motivi ci sono. Il primo è che avevo cambiato amplificatore integrato, cavi di potenza e stanza d’ascolto in un breve periodo di tempo. Ho perso il controllo sul mio suono complessivo e quindi non ero sicuro di cosa stesse succedendo. I miei pochi lettori sapranno che sono affezionato alle testine Grado e al modo in cui l’azienda è a conduzione familiare nei vecchi leggendari laboratori di Brooklyn, NY. Ma ho avuto qualche sfortuna con i miei stili Grado e ho rotto i due che avevo proprio quando avevo perso il lavoro e non potevo spendere soldi per materiale Hifi. In quel periodo accadde qualcosa che mi fece pensare due volte alla mia marca preferita di fonorivelatori e causò un po’ di confusione in quelli che credevo fossero i miei gusti: trovai una testina Shure su un giradischi rotto.