Credo sia importante fare alcune riflessioni su questa parte della pratica, che aiuta ad evitare infortuni e frustrazioni. La prima cosa che mi viene in mente è questo: se dovessimo praticare la nostra arte fuori dal dojo, dovremmo muoverci velocmente e con energia, senza ricorrere alla preparazione del nostro corpo all’azione.
Tutta un’altra musica
Come ascoltate la vostra musica preferita? Infilate un CD nel lettore, auricolari nell’iPod, playlist dal computer? Ve ne state lì seduti a godervela o state in giro a fare altro? Provo a buttarla lì: al primo posto è l’ascolto con auricolari mentre si va in giro, al secondo c’è l’ascolto in auto mentre si è alla guida, al terzo il CD in un lettore da quattro soldi che ingloba pure le due casse. Quanti oggi sono interessati a (o sono addirittura consci che esista) un modo per ascoltare musica infinatemente più godibile di questi? Pochi credo, molto pochi. Andiamo troppo di fretta oggi per poterci permettere un ascolto rilassato e di qualità, concentrato solo sulla musica, per mezzo di strumenti opportuni, gli unici che possono garantire un’esperienza davvero sensazionale, simile al “live”: una sorgente, un amplificatore e due (dico 2) diffusori posizionati opportunamente.
L’assenteista
La ricerca del bambino perduto
Inseguire i sogni o diventare “adulti”?
Credo che gli Stati Uniti abbiano fatto un ottimo lavoro di esportazione culturale facendoci sognare. C’è chi, non a torto, la chiama proprio colonizzazione culturale. Sono cresciuto a pane e fumetti Marvel, quindi la mia prima contaminazione è stata dovuta all’amore per l’Uomo Ragno (oggi si dice Spiderman anche in Italia, la colonizzazione è più spinta), ma il legame più profondo era per Devil (Daredevil nella lingua originale), anche se non ero certo immune ad Iron Man, Capitan America, Thor, Fantastici 4 e gli altri. Tutto si svolgeva negli Stati Uniti. Aggiungiamo che in infanzia giocavo con soldatini dei Marines americani e che pure il mio fumetto preferito italiano, Zagor, è ambientato nelle foreste del nordest degli Stati Uniti della prima metà del 19º secolo ed il gioco era fatto…
Mono, stereo o multichannel
L’inerrastabile avanzata della tecnologia che ci “migliora la vita”… (?)
Fin da bambino rimasi colpito dalla magia della riproduzione audio. A tre anni circa cominciai a cantare, a 10 mi regalarono un registratore a cassette e cominciai i primi esperimenti. Poco dopo ascoltai il primo impianto stereo a casa di uno zio, affascinato dall’effetto creato da due diffusori che emettevano suoni diversi.
Nel l’innocenza dell’epoca pensai che magari, con un diffusore per ogni strumento si sarebbe potuto riprodurre un evento musicale in modo più realistico. Ma non è così che funziona. Per farla breve, abbiamo due orecchie e così due diffusori ricreano al meglio l’esperienza dal vivo di un evento musicale.