Forse mi ripeterò un po’ rispetto a qualcosa che ho già scritto in questa sede, ma tant’è che questo sito è il mio, non è commerciale e ci scrivo quel che voglio, anche per chiarire le idee a me stesso. Parlo molto di HiFi in questo sito, anche perché tento di diffonderne la conoscenza, visto che oggi per molti HiFi significa un impianto multicanale con sorgente digitale, mentre io mi ostino a dire che l’alta fedeltà vera si raggiunge solo con la stereofonia e che il suono del vinile è molto spesso superiore o più godibile a quello del digitale. Il soggetto di oggi è questo: il “collo di bottiglia” del mio impianto stereo è forse il mio lettore CD. Ha senso oggi come oggi acquistare un lettore CD nuovo (e di un certo livello, visto il resto dell’impianto), anche alla luce del fatto che prediligo il vinile?
Lo Sguardo
Parliamo della vista, il senso che ci permette di posizionarci e individuarci quando entriamo in un posto. Il nostro sguardo avvolge l’insieme ed in seguito si focalizza sul particolare. Quando entriamo in un dojo, immediatamente abbiamo una visione completa di tutto ciò che c’è all’interno, poi delle le superfici, la luminosità, l’arredamento e le persone presenti. In seguito focalizziamo lo sguardo e riusciamo a precisare chi è presente, il colore del tarami e più guardiamo, più il nostro sguardo si affina permettendoci di scoprire quei dettagli che ci sono sfuggiti quando abbiamo avuto uno sguardo d’insieme.
Il bluetooth e la pubblicità della cioccolata
Questo quadretto carino è da sempre nella nostra casa – intendo da quando vivo con mia moglie (2005). Lei lo aveva già da diversi anni prima e ci tiene molto. E’ una vecchia illustrazione di inizio novecento, realizzata per la ditta francese F-L Cailler, produttori di cioccolato. Ne abbiamo una stampa su lastra metallica appesa ad una parete in cucina. Che c’è di strano?
Qualche giorno prima di scrivere questo post, avevamo un amico a cena. Ad un tratto il nostro ospite nota qualcosa che noi in 10-15 anni non avevamo mai notato…
Incontro ravvicinato dello 0° tipo
Durante la notte del 15-16 dicembre 1978 ad un certo punto mi svegliai. Non ricordo molto, tranne che mia sorella, che dormiva nella stessa stanza, ronfava tranquillamente. Avevo 14 anni e lei 12. Abitavamo a Campobasso, in Molise, regione di origine dei miei; circa 4 anni prima ci eravamo trasferiti da Roma, città natale mia e di mia sorella, nonché adottiva di mia madre. Abitavamo in via Monte Grappa, che allora finiva nelle campagne con 4 palazzine di 4 piani che racchiudevano un cortile in cui imperversavamo tutti i giorni con i nostri giochi insieme a tanti altri ragazzini. Le palazzine si ergevano lungo la ferrovia che portava alla costa adriatica, su di un grosso garage che fungeva da rimessa per i mezzi pesanti della più grossa impresa di costruzioni del posto, la Molinari, molto nota anche perché il suo proprietario era allora il presidente della locale squadra di calcio.
Italia, Land of Quattro…
Questa pubblicità, bellissima per carità, mi fa un po’ ridere.
È la pubblicità dell’Audi, noto produttore tedesco di ottime nonché costosissime auto. Utilizza panorami mozzafiato dell’Italia per pubblicizzare i suoi modelli a trazione integrale; ci sta: è la campagna pubblicitaria per il nostro paese. Ma già mi fa sorridere come abbiano utilizzato la parola italiana “quattro” per indicare i modelli a 4 ruote motrici; poi, dire in inglese che l’Italia è la terra ideale per la loro trazione integrale… Mi sembra troppo!
Vediamo di fare un po’ di ordine…
Chi rompe paga…
Da qualche anno sono utente Apple e mi sono sempre trovato bene, sia con i Macintosh che con l’iPhone.
Nel giugno ho accettato di acquistare un iPad per mio figlio di 5 anni, con l’idea che il futuro che lo attende sarà anche più tecnologico, che un giorno si studierà su tablet, che esistino app educative che laoaiuteranno fin d’ora a sviluppare certe capacità. Ho scelto il più piccolo iPad Mini, niente 3G, niente schermo Retina, poca memoria. Lo usa solo in modalità aereo per evirtare flussi di dati in wireless mentre lo ha addosso. Ed è sempre sotto sorveglianza con cronometro alla mano. Quando è troppo scatta l’allarme e lui è bravissimo a smettere subito. Ma un giorno gli è caduto e si è rotto il vetro.
Ed è lì che ho scoperto che con la Apple non è sempre tutto rosa e fiori.