Come mai oggi per qualunque cosa vogliamo fare su internet è necessario registrarci? Lasciare almeno nome cognome ed indirizzo mail? Nome e cognome possono pure essere falsificati, ma poi l’email è tracciabile e dà il potere di propinarvi pubblicità mirata, che le aziende del web pagano oro ai grandi di Internet. Big Data for the Big Five: Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft. Abbiamo dato loro tutti i nostri dati con entusiasmo e loro li hanno usati per crescere così a dismisura da essere intoccabili. I dati in loro possesso sono anche oro colato per le agenzie governative, preziosissimi per i servizi di “intelligence”, utilissimi a sorvegliare chiunque in nome di una maggiore sicurezza per tutti. E badate bene che queste aziende – tutte – hanno sottoscritto accordi specifici col governo degli Stat Uniti per fornire dati acquisiti tramite i loro servizi digitali!
Se da un lato abbiamo il governo USA e tanti altri governi occidentali/democratici e non che possono avere accesso ai dati riservati custoditi nei server delle grandi aziende americane di internet, esse stesse fanno soldi vendendo i nostri comportamenti online alle aziende pubblicitarie. Per questo motivo, ogni piattaforma online, in modo particolare quelle social (Facebook-Instagram-Whatsapp per primi soprattutto per la loro dimensione) ha un forte interesse a mantenere viva la nostra presenza e attività sulle loro pagine. Per questo hanno sviluppato algoritmi pensati per attrarci a visitare i nostri account e rimanerci il più a lungo possibile. Così possono alzare il prezzo ai loro clienti reali. Nessuno è immune, perché sfruttano il modo in cui funziona la psiche umana. I più vulnerabili a questi meccanismi sono i più giovani, che più tardi si avvicinano alle piattaforme social, meglio è.
Siamo circondati. Che fare? Si fa presto a dire di non usare più Facebook (che significa anche Instagram e Whatsapp), non fare più ricerche su Google e tanto meno usare Gmail, a non acquistare più prodotti Apple (tanto Android è di Google), a non acquistare più su Amazon o non usare Windows e Office. Vi sembra fattibile? No. Neanche a me che sto scrivendo. Sicuramente esserne coscienti è un primo passo e bisogna ringraziare persone come Edward Snowden e Julian Assange che si sono rovinati la vita per esporre per primi questi fatti o altri protagonisti della prima era dei social che ne sono venuti fuori spaventati da quello che loro stessi avevano aiutato a creare (guardare i due docufilm elencati in questa pagina è illuminante).
Un primo passo molto utile e che restituisce un po’ di libertà è eliminare qualunque tipo di notifica, sia sui cellulari che sul computer: decidiamo noi quando è il momento di consultare le nostre pagine social o la nostra posta o messaggistica. Se è invece impossibile per voi chiudere quanti più potete dei vostri account social, fate bene attenzione a cosa condividete e cosa ci scrivete dentro!
Come vedremo nelle prossime pagine, possiamo diminuire il nostro profilo online con dei passi semplici, delle piccole scelte che possono costare qualche automatismo in meno a cui eravamo abituati o il tempo di imparare ad usare un programma diverso. Facciamo attenzione a che browser usiamo e come lo usiamo, proteggiamo meglio i nostri account con password più complesse, utilizziamo servizi di posta sicuri. Ok, ma il primo e più semplice è quello di non usare più Google come motore di ricerca.