Sono ancora in Grado!

Ultimamente sono stato un po’ indeciso sull’uso delle testine sul mio giradischi Thorens TD-160. Sono affezionato al marchio Grado perché mi piace molto l’idea che negli USA di oggi ci sia una azienda a gestione familiare che costruisce testine e cuffie a mano in un vecchio laboratorio di Brooklyn usando anche vecchie macchine nate per l’orologeria. Ma con le Grado ho avuto grossi problemi. Non per colpa loro (niente Grado dance, Grado hum o… “deGrado” delle prestazioni nella parte più interna dei dischi). La colpa è tutta mia. Sono stato estremamente maldestro nella sostituzione degli stili. Ne ho rovinati tre. Un preziosissimo 8MZ (sono ancora a lutto), un Gold1 ad un Black2. Tutto mentre ero in condizioni economiche che non mi permettevano di spendere soldi per l’Hifi.

Sono riuscito in qualche modo a rimediare altre testine e mi sono particolarmente sorpreso nell’ascoltare una Shure M97 Era IV che è poi diventata la mia testina principale. Ho anche una Audiotechnica AT95HE niente male. Ma Grado mi mancava. Dapprima ho provato a mettere un economico stilo Black2 sulla vecchia Gold0. Niente, suono molto scuro, deciso rolloff in gamma alta. Avevo tentato di far riparare l’8MZ rotto ma mi hanno detto che le sospensioni erano andate. Qui ora è la gamma bassa che manca e il livello di riproduzione è basso. Avevo preso anni prima una splendida Signature 8MX dell’86 ma non ho potuto mai ascoltarla con il meritato 8MZ in condizioni normali.

Per molto ho cercato di capire cosa fosse meglio: investire su un nuovo 8MZ (aumentato di prezzo ma migliorato in prestazioni nella nuova versione) per la vecchia Signature, o andare sul moderno con una nuova serie Prestige 3. Presentata nel gennaio 2020, la nuova serie si avvicinava molto, a detta di alcuni, alle prestazioni delle vecchie ed amate Signature. E soprattutto le nuove Prestige 3 erano un bel salto avanti rispetto alle precedenti serie 1 e 2. Le tecnologie maturate nelle testine top dal corpo in legno sono state trasmesse in parte alla serie Prestige migliorandola decisamente. Che fare? Alla fine ho deciso per la Prestige 3 ed ho optato per la Blue3, la meno costosa di quelle che adottano il nuovo cantilever a 4 pezzi. Sembra che quello della Gold3 sia molto simile all’attuale 8MZ (che comunque è ancora considerato il migliore upgrade per la serie Prestige.

Certamente, quando il mio nuovo stilo Blue3 avrà fatto il suo tempo, acquisterò un 8MZ che andrà a pennello anche sulla 8MX che sono curioso di ascoltare nel modo più appropriato. Quando c’era la serie Prestige 2 si parlava di una prospettiva diversa tra le vecchie Signature: il palcoscenico di quest’ultime era più profondo e lontano, quello della Prestige lo era meno ma si veniva proiettati, per così dire, in prima fila. Non meglio o peggio ma questione di gusti. Oggi dicono che le nuove Prestige 3 siano più vicine alla vecchia impostazione. Sulla carta il dato della separazione (30 dB) pone le nuove Prestige 3 su un gradino più alto rispetto alle Signature che avevano una separazione più bassa, ma forse una costruzione più pregiata. In prospettiva costavano molto di più delle Prestige di oggi, erano forse assimilabili come livello alle attuali testine col corpo in legno. Ma la tecnologia moderna permette di avere prestazioni simili a prezzi più umani e così è nata la serie Prestige nella gestione John Grado. Il “prestigio” della vecchia serie Joseph Grado Signature, se mi si permette il gioco di parole, deriva dal fatto che porta il nome del fondatore ed inventore delle testine Moving Coil e della tecnologia Moving Iron di tutte le Grado. Ma si parla degli anni 80. Possibile che si sia andati indietro nel frattempo?

Già dalle prime impressioni d’ascolto ho rinnovato il piacere di far suonare dei dischi in vinile e comincio a ricordare finalmente perché mi piacevano le testine Grado. E stiamo parlando del primo periodo di rodaggio, la testina deve ancora “sciogliersi”. Fino ad ora l’unica mia testina funzionante al suo 100% era la Audiotechnica AT95HE. Bella, dettagliata, niente da dire. Ma la Grado è un’altra storia… Erano anni che non ascoltavo una Grado nel pieno delle sue funzioni. La mia Shure monta uno stilo ED, ellittico, non iperellittico come dovrebbe; la Grado Signature 8MX monta uno stilo 8MZ danneggiato; la vecchia Gold0 montava un Black2. Nessuna di esse era al top. Finalmente la Prestige Blue 3 mi dona di nuovo il suono a cui ero tanto affezionato.

Intendiamoci, il suono Shure, famoso per la sua schiettezza, per la sua risposta piatta (almeno quello degli anni 70-80) mi piace molto. Ma Shure non fa più testine e parti di ricambio. Esistono altri produttori che continuano a fare stili per le vecchie Shure, ma anche se ottimi non sono comunque come gli originali. Audiotechnica è una grossa industria con un servizio di assistenza efficacissimo. Offre testine per tutte le tasche e tutte di ottima qualità. Sono famose per avere un suono molto dettagliato con gli alti in evidenza, ma i nuovi modelli sono più bilanciati e certamente a un certo livello la loro risposta è piatta quanto lo era quella delle storiche Shure. Le Grado erano famose per non avere rivali nelle frequenze medie (ad esempio la riproduzione delle voci è imbattibile). Erano criticate però per aggiungere del “colore” al suono, un tipico suono Grado che poteva piacere o no. L’ultima serie Prestige è ritenuta molto più bilanciata ed equilibrata. Meno “colorata” nelle basse frequenze e più raffinata nelle alte. Le medie sono eccellenti come sempre. E per me è irresistibile guardare una testina Grado mentre suona e pensare che è stata costruita a mano in un vecchio e storico laboratorio di Brooklyn da esperti che sono trattati come se facessero parte della famiglia Grado, un imprenditore che negli anni 20 del 21esimo secolo ancora non si piega alle dinamiche commerciali moderne e non automatizza su scala industriale per aumentare il fatturato, non cambia modelli ogni anno per convincere a ricomprarli, ma solo se ha davvero qualcosa da aggiungere. Qualcuno critica proprio la suddivisione dell’offerta Prestige in 3 fasce con due modelli l’una che in realtà non hanno nulla di diverso ma vengono selezionate da John Grado in persona ascoltandole ed attribuendo a ognuna il “colore” che merita nella scala ascendente Black, Green, Blue, Red, Silver, Gold. Il costo delle Silver e Gold è per alcuni non giustificabile perché identiche in tutto e per tutto alle Blue e Red. E’ il motivo per cui ho deciso per la Blue, la prima nella serie ad avere il cantilever a 4 pezzi invece che 3 come per la Black e la Green. Non credo di riuscire a percepire la differenza sonica tra la mia Blue e una Gold. Ho letto di persone ben più allenate di me che non riescono a sentire grandi differenze neanche tra Green e Gold (e che già la Black3 abbia delle prestazioni ottime). Quindi mi posso accontentare, anche alla luce del fatto che in futuro sicuramente monterò un 8MZ su questa testina, che alternerò alla prestigiosa Joe Grado Signature 8MX).

Non sarà tutto rosa e fiori, la Grado deve pur vendere i suoi prodotti, ma sembra ancora che lo faccia con amore per la musica e la sua corretta riproduzione. Ben fatto, John!