Suono la chitarra da quando avevo 11 anni e ho sempre sognato di avere una Stratocaster. Era la chitarra usata da Dodi Battaglia e la volevo anche io. Non potevo certo permettermela e i miei genitori mi comprarono una riproduzione, il regalo più bello che io abbia mai ricevuto. Tempo dopo ebbi modo di acquistare a prezzo di costo una Strat della PRS e poi quasi smisi di suonare. Ripresi parecchio dopo e decisi di realizzare il sogno. Vendetti la PRS e acquistai una Fender Stratocaster. Anche se è una Made in Mexico, ritengo di aver raggiunto il mio obbiettivo. È una riproduzione vintage del 56, uno dei primi modelli creati da Leo Fender che si chiama come mio figlio e compiva gli anni il mio stesso giorno.
Suonando la chitarra elettrica è inevitabile arrivare prima o poi a Jimi Hendrix, Eric Clapton e Stevie Ray Vaughan, in particolare se si ama la Stratocaster; o meglio, se si amano quei chitarristi si finisce per sognare una Stratocaster.
Per me il sogno si è innescato con un chitarrista italiano, poi i soliti David Gilmour e Mark Knopfler mi hanno spinto a risalire a Jimi Hendrix e al suo erede chitarristico SRV.
Quante volte ha respirato Dante Alighieri?
Lamentando l’eccessiva concentrazione della scuola italiana sulla letteratura nostrana, in particolare non moderna, mio figlio dodicenne ha dichiarato con sarcasmo che tra poco gli “chiederanno la radice quadrata di quanto ha respirato Dante Alighieri“!
Beh…. ho obbiettato, posiamo provare a rispondere!
Papà, qual è la macchina migliore di tutte?
Da bambino ero appassionato di automobili. Mi affascinavano nel loro modo di funzionare. Trovavo miracoloso che un motore che bruciava benzina potesse innescare una serie di meccanismi che contribuivano a far girare le ruote e far raggiungere alla “macchina” prestazioni anche da primato. Ma quello che mi affascinava delle auto era che fossero una cosa da adulti. Saper guidare era “da grandi” e non vedevo l’ora di imparare. Guardavo le auto che popolavano la mia città e sognavo di guidarne una. Ovviamente, come quasi tutti i bambini dell’epoca, giocavo con le macchinine ma a me piacevano le riproduzioni dei modelli “normali”, quelli che si incontravano tutti i giorni. Le Porsche e le Ferrari non mi interessavano. Ero attratto dalle auto delle persone vere, quelle con cui la gente andava a fare la spesa, al lavoro, portava i figli a scuola o a trovare i nonni e magari andava in vacanza. Erano i tempi in cui la Fiat 500 aveva motorizzato gli italiani. La 600 ne era l’evoluzione e l’850 ne era la versione ampliata. La regina indiscussa era la Citroen DS, l’auto più bella mai costruita. Ma la migliore davvero qual era?
Il Mito Anglosassone
L’invenzione della tradizione inglese serve a legittimare il predominio su gallesi, scozzesi e irlandesi. Genesi della leggenda dell’insularità, alimento del Brexit. Re Artù non era inglese, lo diventò. L’epopea di Seeley e la parabola di Tolkien.
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Il Prat (1933-2021)
Se ne è andato qualche giorno fa un altro grande della Geologia italiana. Antonio Praturlon era “un mostro sacro” della materia. Assieme ai miei professori Renato Funiciello, scomparso nel 2009, e Maurizio Parotto costituivano il grande trio della Geologia dell’Appennino. Non era stato un “mio” professore, nel senso che non era tra i docenti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma La Sapienza quando l’ho frequentato io. Ma era nel mito…
Poi ho avuto modo di conoscerlo, forse anche meglio dei miei prof, nel periodo più bello della mia carriera geologica, quando lavoravo all’Università di Roma Tre.