La nostra è un’arte di contatto ed il contatto rivela le nostre emozioni. Attraverso il toccarci sviluppiamo una certa sensibilità che ci darà ciò che noi chiamiamo la tecnica.
Durante i miei corsi amo molto ripetere queste frasi: “La tecnica è il nostro atteggiamento, il nostro modo di muoverci e di far muovere il nostro partner senza fretta, senza offenderlo; la tecnica è il modo in cui il nostro corpo si comporta con uno sconosciuto, è la nostra visione che si apre sul mondo dell’ignoto e per arrivare a tale maestria nella tecnica l’Aikido ci dà i suoi principi: ikkyo, shi ho nage… i mezzi per capire come il nostro corpo deve muoversi nel rispetto della sua fisiologia”.
Fare la fila? Mica sono stupido…
Ok, è la domenica dopo ferragosto. Vuoi che ci sia personale al completo nel bar? No. Una sola persona a barcamenarsi tra il servizio e la cassa. Mi andava un cremino dopo pranzo. Attendo in fila alla cassa, avevo due ragazzi davanti e basta. Nel frattempo l’unico rappresentante del personale serviva le persone al banco. Figuriamoci se i proprietari pagano più personale per garantire un servizio fluido. Vabbè, ci sarà gente in ferie, non dimentichiamoci che ieri era ferragosto!
Incomunicabilità
Le mie origini aikidoistiche dovrebbero essere note a chi segue questo blog. Forse qualcuno sa anche che c’è stata una rottura con le mie origini da qualche anno, non voluta da me, ma secondo alcuni da me causata per aver continuato ad invitare a Roma Philippe Gouttard per il suo consueto stage di primavera dopo che il mio dojo di provenienza, che lo organizzava ormai da circa un decennio, ha deciso di non invitarlo mai più. Cosa è successo? Nella mia opinione si è trattato di una impossibilità di comunicazione durata un paio di decenni ed esplosa in occasione di una sessione dan Aikikai tenuta da Philippe Gouttard in occasione del suo ultimo stage in quel dojo.
Aikido Hombu Dojo e lesioni
A volte provo una certa ansia per il fatto di voler essere sempre all’altezza dei miei studenti anziani o di riuscire ad ascoltare chi vuole praticare con me. E’ un’ansia più mentale che fisica; di lesioni ne so qualcosa per il fatto di averle ricevute, vissute, rifiutate ed infine accettate, dato che è l’unico modo, ne sono certo, per poter superare certe ansie. Nella nostra pratica, la lesione è parte dell’insegnamento. Senza lesioni non si può progredire, dato che esse sono il modo in cui il corpo apprende cosa può e cosa non può fare. Ma la lesione non può essere un motivo per interrompere la pratica, quindi bisogna preparare il corpo a subire un trattamento che non può sopportare troppo a lungo.
Domani esce la Giulia…
Argomento futile, lo so, ma non è tanto di automobili che vorrei scrivere (anche, ma non solo). Per me la famosa Alfa Romeo è sinonimo di ricordi. Non che ce ne sia stata mai una in famiglia, ma era la mia auto dei sogni quando ero bambino. Ora che un bambino ce l’ho io, ecco che la Giulia torna sulle strade. La regina delle auto degli anni 70, un periodo così di moda oggi con la mania per il vintage che dilaga. Si stava meglio allora? Non credo, erano gli anni di piombo, non dimentichiamocelo. Ma forse le speranze di un futuro migliore erano maggiori, molto maggiori. Ed è forse quello che oggi ci manca da morire. Diventiamo nostalgici di quel periodo, di cosa si faceva, si ascoltava …e si guidava in quegli anni. Che la Giulia ci riporti la speranza?
Seishiro Endo per la terza volta a Roma – e io non c’ero
L’ho sempre sostenuto: l’Aikido è utile proprio quando il morale non è alle stelle. Evitare l’allenamento perché si è giù di corda è un po’ come evitare il cibo proprio perché si ha fame. Finché non si capisce questo non si è capito l’aspetto più importante di questa pratica.
Forse oggi dovrei affinare meglio il concetto, dato che è capitato proprio a me, lo scorso weekend, di evitare di prendere parte ad uno stage di Aikido molto importante e di grande richiamo, nonostante avessi pagato in anticipo. ll Motivo? Non me la sentivo, ero giù di morale…