La guerra dei kloni

Il mondo è strano, la gente è matta e quanto sia vero a volte si vede nelle dinamiche di mercato. Non sono certo un economista ma in qualità di acquirente e a volte venditore di materiali elettronici, che si tratti di HiFi o elettroniche per chitarra, mi rendo conto come a volte si arrivi alla follia pura. Ora, passi la chitarra che era stata di Jimi Hendrix, Eric Clapton o David Gilmour; il feticismo in questo campo si può quasi capire, come si può comprendere il desiderio di un appassionato che abbia pure ingenti disponibilità economiche di possedere uno strumento che era stato di un mito della musica. Passi pure che le chitarre d’epoca costino quanto un’ottima automobile nuova, di un certo livello (anzi, le stesse automobili d’epoca possono costare cifre impressionanti), è così…. e va pure bene… chi ha tanti di quei soldi da non sapere cosa farci investe in questi acquisti. Ma quello che ho visto accadere nel giro di pochi anni sotto i miei occhi con un semplice effetto a pedale per chitarra ha del surreale. I chitarristi sanno di cosa parlo, gli altri no (ma tanto chi vuoi che mi legga): ecco a voi il Klon Centaur!

Il Klon Centaur è un effetto analogico per chitarra che ricade nella categoria degli overdrive. Servono a riprodurre il suono distorto di un amplificatore a volvole portato alla saturazione dal segnale in ingresso generato dalla chitarra. Ne esistono una marea, per ogni tasca e per ogni esigenza. Poi ne esistono di “iconici”, resi famosi dal fatto che sono stati utilizzati da chitarristi famosi o perché hanno avuto un tale successo planetario da essere diventati degli overdive per antonomasia. E questo vale per qualunque altro tipo di effetto a pedale per chitarra.

Agli albori della musica blues/rock, quando si cominciavano ad usare chitarre elettriche e si alzava il volume degli amplificatori, si cominciò a scoprire che questi, andando in saturazione perché si avvicinavano ai loro limiti, generavano un suono distorto che in realtà ci stava bene in quella musica. Con l’aumento di dimensioni e potenza degli amplificatori, quel limite ora desiderato si poteva raggiungere a livelli sonori sempre più elevati. Negli anni 80 la giapponese Ibanez mise nel mercato un pedale pensato proprio per mandare in saturazione le valvole di un amplificatore e venne appunto soprannominato Tubescreamer. Il suo circuito era pensato per generare un picco attorno ai 750 hz, nella banda media delle frequenze udibili, attenuando in un certo modo le frequenze più basse e più alte. Quando un aplificatore a valvole va in saturazione i bassi e gli alti spesso possono risultare un po’ fastidiosi e sono sempre sovrastati e coperti da strumenti che sono nolto più potenti di una chitarra, quali il basso e la batteria. Il Tubescreamer non solo faceva “urlare” le valvole mandandole in saturazione, ma permetteva alla chitarra di farsi sentire quando serviva. Come si dice in gergo, esaltando le frequenze medie proprie dello strumento, permetteva al suono della chitarra di “uscire dal mix”.

Ibanez TS9 – il secondo Tubescreamer

Il primo modello, il TS808, fu adottato da moltissimi chitarristi professionisti, tra cui Stevie Ray Vaughan, famoso per usarne anche due in successione, anche la versione successiva denominata TS9. Un tubescreamer può essere usato anche solo come “booster”, tenendo la manopola che controlla la quantità di distorsione a zero o quasi, ed alzando il volume del pedale stesso. Così agisce da puro overdrive di amplificatore a valvole. Ma se l’amplificatore è potente sono necessari volumi altissimi per portarlo a quelle condiizoni. Così si può scegliere di far generare al Tubescreamer stesso la distorsione desiderata riportand osu quella manopola del “gain”.

Negli anni 90, con questa idea nella testa, un ingegnere americano dal nome Bill Finnegan sperimentò molto col Tubscreamer ma non ne fu soddisfatto. Creò quindi il suo circuito overdrive, che separava in due il segnale della chitarra in ingresso e solo uno di essi passava nella circuitazione overdrive. Rispetto al Tubescreamer, questa nuova circuitazione attenuava lo stesso bassi ed alti, magari un po’ meno, ed il picco di enfatizzazione era forse solo a frequenze un po’ più alte di quelle del famoso pedale verde giapponese. Il risultato fu il famigerato Klon Certaur, un overdrive con impostazone simile ma dal suono diverso dal Tubescreamer: il segnale originale della chitarra veniva mischiato con quello distorto. Grazie all’utilizzo di diodi al germanio, la compressione del segnale, cosa normale durante la distorsione, era molto limitata, conferendo al Klon delle qualità dinamiche superiori, apprezzatissime dai chitarristi (la quantità di distorsione è gestibile dosando la forza con cui si applicano le pennate).

Interno di un Klon Centaur con il circuito ricoperto da resina epossidica (questa e l’immagine di apertura sono tratte da accordo.it)

Fu un successo immediato. Chitarristi del calibro di Jeff Beck, David Gilmour, Eric Johnson lo adottarono subito e la domanda crebbe a tal punto che Bill Finnegan non riusciva a stargli dietro. Alla fine si arrese e smise di produrli. Ne esistono solo 8000 esemplari. Molti chitarristi famosi ne hanno uno. E’ risaputo come John Mayer lo usi in coppia col Tubescreamer. Nel 2014 Finnegan provò a riprendere la produzione facendosi aiutare da una ditta nota come Jay Rockett Audio Designs, con cui ideò un Klon più piccolo ma del tutto simile elettronicamente, il KTR Centaur. Ma durò poco. Si è quindi scatenata la produzione di cloni (cosa che in questo caso si presta moltissimo a giochi di parole). Oggi ce ne è di tutti i tipi e per tutte le tasche.

Chi ne ha uno originale, magari acquistato per un paio di bigliettoni da 100 nei primi anni 2000, ha fatto un affare gigantesco: ci vogliono migliaia di euro per accaparrarsene uno. Quando a metà degli anni 2010 ho ripreso a suonare in un gruppo, cercando pedali usati sono venuto a conoscenza dei vari tipi di overdrive e quindi sia del Tubescreamer che del Klon. All’epoca un Klon Centaur doveva viaggiare attorno a 400 euro, comunque una cifra assurda per uno come me. Man mano che il tempo passava l’ho visto avvicinarsi ai 1000 euro rapidamente, per poi impennare in modo pazzesco e aggirarsi al momento attorno ai 10mila!

Bill Finnegan aveva tempraneamente ripreso la produzione del Klon con la J. Rockett, chiamandolo KTR Centaur, ma ha voluto precisare: “Kindly remember: the ridiculous hype that offends so many is not of my making”

Bill Finnegan aveva ricoperto il circuito con una resina epossidica nera in modo che fosse difficile ricrearlo. Con la tecnologia moderna il “reverse engineering” di qualunque cosa è semplicissimo e moltissimi cloni del Klon suonano davvero in modo estremamente simile. Jay Rockett aveva collaborato alla costruzione degli ultimi esemplari di Klon, i rossi KTR. Da quella esperienza creò il primo clone, il J. Rockett Archer. Probabilmente, visto il suo curriculum, il suo clone Klon può considerarsi il più vicino all’originale. Nuovo costa ben oltre i 200e se non 300. Ma molti hanno creato delle ottime repliche, persino i cinesi della Mosky arrivano a replicarlo molto bene per 20-30e di spesa per un pedale nuovo chiamato Horse (un po’ tutti hanno giocato con l’idea del centauro)! Altri come Way Huge hanno ben pensato di accennare alla cospirazione chiamando il loro clone Klon “Conspiracy Theory” (attorno ai 100e usato). Lo stesso Finnegan sentì il bisogno di chiarire le cose quando creò il suo clone, il KTR Centaur. Questi pedali riportano una dichiarazione su come tutta questa esagerazione sulla sua creatura non era sua intenzione generarla. Il KTR si aggira attorno ai 400e usato.

Ci vogliono bei soldi anche per accaparrarsi un TS808 o TS9 made in Japan originale degli anni 80, ma niente si avvicina alle follie che si è raggiunti col Klon e con i suoi cloni: un simpaticissimo produttore di pedali per chitarra, Josh Scott della JHS, ha pubbliato pochi mesi fa un video sul suo famoso canale in cui mostrava come fosse impossibile riconoscere il suono del suo Klon originale da quello del clone Bad Monkey della Digitech, un pedale fuori produzione che si poteva acquistare usato attorno a 50e. Nel giro di poco tempo è arrivato a vendersi per ben oltre 10mila euro! Se questa non è follia…. (certo bisogna vedere se davvero qualche matto se lo compra a quelle cifre!). Il buon Josh ha dovuto replicare agli immancabili attacchi sollecitando la gente ad ascoltare le proprie orecchie e non le tendenze del mercato… giustissimo…

La follia di un pedale fuori produzione, acquistabile usato a circa 50e, ora venduto a 10mila! Vi presento il Digitech Bad Monkey (immagine da accordo.it)

Ed io in tutto questo un clone ce l’ho? Uno l’ho avuto, il Conspiracy Theory. Molto bello e ben costruito. Uno tra i più accreditati come fedeltà del suono. Ma ero in un periodo in cui non ero convinto che fossi il tipo da usare overdrive come Tubescreamer o Klon. Mi piacevano gli overdrive trasparenti, un aggettivo piuttosto improrio ma sta a significare che a differenza di Tubescreamer e Klon, non attutiscono bassi ed alti enfatizzando le medie. Adoravo il mio Fulltone OCD (che pare che nella versione 1.7 che ho non sia poi così povero di medie, ma boostato da un Tubescreamer è una coppia killer). Ho provato altri overdrive trasparenti ma alla fine sono tornato al primo amore, il Fulltone OCD, che non si scorda mai.

Anche il caso di Fulltone è un esempio di follie generate dalla rete e dalla conseguente velocità in cui viaggiano le notizie (e dalla precipitosità con cui alcuni postano quello che gli passa per la testa senza riflettere prima): Mike Fuller, il fondatore della Fulltone, in occasione dei disordini scoppiati in California dopo l’uccisione da parte della polizia di un malcapitato uomo di colore, ha scritto un post in cui condannava atti vandalici come la distruzione di ventrine e negozi privati da parte di alcuni dimostranti e nel contempo attaccava pesantemente l’incapacità delle istituzioni di gestire la situazione. Ovviamente Fuller era preoccupato di ricevere anch’egli danni tali da rischiare di perdere tutto e, certamente non razzista, non era felice di quello che era successo alla povera vittima ed era cosciente della legittimità delle proteste – solo non capiva perché si potesse impunemente distruggere negozi, auto e attività varie. Ma dal suo post tutto questo non traspariva ed è stato messo alla gogna mediatica boicottando i suoi prodotti (anche siti importanti hanno preso le distanze da Fuller e hanno dichiarto di non voler più vendere is suoi prodotti – oggi li hanno rimessi in listino).

Mike Fuller ha poi spiegato le sue reali motivazioni e chiesto scusa per aver offeso qualcuno senza intenzione. Ma sta di fatto che la Fulltone ha chiuso dopo poco tempo e magari mi ritrovo tra le mani un bell’investimento. E’ notizia recente che Fuller ha riaperto la Fulltone a Nashville, dove tutto costa meno, in collaborazione con altra azienda locale; ha ripreso la produzione dei suoi pedali che però saranno identificabili dal numero di versione impresso sul frontale per distinguerli dalla produzione califorinana delle origini… quindi magari il mio OCD continuerà ad aumentare di valore….? Chissà…

Fulltone OCD prima serie, di produzione Californiana

Comunque, dopo aver sperimentato un po’ sono tornato a usare un Tubescreamer (un TS808 mini, economico, per non rischiare visto che non ero convinto). Ho imparato ad apprezzarlo ed ora non potrei fare a meno di un TS; magari un giorno ne prenderò uno di dimensioni standard (una replica, non un originale inavvicinabile). Suonando John Mayer mi serve davvero. In un periodo in cui avevo la fissa per pedali made in Italy ho acquistato anche un ottimo Masotti OD-Box, che grazie a uno switch esterno passa rapidamente da un suono tipo Tubescreamer a suoni più moderni. E ho cominciato a chiedermi se mi servisse anche il Klon. Oggi il mio desiderio è quello di avere un po’ tutti i pedali chiave, quelli più iconici. Un Klon originale è impossibile ma un J. Rockett Archer è forse quello più vicino al “DNA” dell’originale ed ancora si trovano le prime versioni a prezzi affrontabili. Così ne ho preso uno da mettere subito dopo dell’OCD, tornando ad una configurazione classica come qualche tempo fa: TS > OCD > Klon. Sicuramente prima o poi prenderò un TS808 standard al posto del mini (che comunque suona alla grande). Rivenderò uno dei miei pedali italiani, a malincuore: sono ottimi, davvero eccellenti, ma non hanno molta faclità di rivendita e nella mia situazione è importante poter tornare indietro se cambiassi idea. I pedali “classici” sono rivendibili a prezzi identici a quelli di acquisto usati. E’ l’unico modo in cui posso creare il mio suono, da povero chitarrista della domenica.

Il “mio” clone Klon: sono andato sul J. Rockett Archer, costruito dalla ditta che aveva contribuito con Bill Finneganella alla produzione dei KTR, quindi dovrebbe essere piuttosto vicino agli originali

Però, se avessi acquistato un Klon vero a metà anni 2010, quando forse anche io potevo farlo… Ah! Che peccato! 😉