Amo moltissimo il Rock/Blues anni 60/70, un classico ormai, creato dai Rolling Stones a partire dal Blues, di cui i Led Zeppelin rimangono i massimi interpreti – insuperati. Mi piacciono molto anche i Pink Floyd, che più che rock sarebbero un prog-rock psichedelico, anche se c’è molto Blues in ciò che David Gilmour fa; è uno dei chitarristi che mi ispira di più, fermi restando gli assi Eric Clapton, Jimi Hendrix e Jimmy Page, autori del revival britannico del Blues. Ammiro molto Eric Clapton anche come persona, che assieme a Gilmour, è ciò che rappresenta il mio ideale di chitarrista di quel periodo: sono oggi delle persone “normali”, non delle rockstar viziate e non fanno della velocità mozzafiato lo scopo dei loro assoli. Le band più recenti che ricalcano secondo me gli schemi del grande rock anni 70 le apprezzo moltissimo. Tra questi ho sempre preferito di gran lunga i miei coetanei Pearl Jam. Anche se vanno genericamente sotto il nome di Grunge, io credo che siano soltanto una moderna reinterpretazione, molto ben
riuscita, del Rock originale. Che poi non abbiano fatto da colonna sonora ad una rivoluzione culturale è un altro discorso…
Ho una particolare ammirazione per un grande chitarrista della mia generazione, Warren Haynes e i suoi splendidi Gov’t Mule (una derivazione dell’edizione più recente degli Allman Brothers Band), i miei preferiti tra gli attivi oggi. Ho poi scoperto anche dei “giovani” bluesmen americani che apprezzo moltissimo, quali Joe Bonamassa e John Mayer, a cui sono particolarmente grato per mantenere vivo un certo modo di suonare la chitarra.
Da Robert Johnson è probabilmente iniziato tutto. T-Bone Walker ha posto le fondamenta della chitarra solista Blues e i 3 Re del Blues, BB King, Alfred King e Freddie King la resero grande ispirandosi a lui. Attraverso Chuck Berry e Buddy Guy all’inizio, gli interpreti britannici dei 3 King, Peter Green (BB), Mick Taylor (Alfred) ed Eric Clapton (Freddie) fecero rivivere al Blues una nuova vita negli anni 60, mentre i Rolling Stones, Jimi Hendrix e i Led Zeppelin creavano il Rock da quelle basi. Jeff Beck e Rory Gallagher ne sperimentavano i limiti.
Nel frattempo Duane Allman fondava gli Allman Brothers Band e il Blues tornò indietro di diritto dal Regno Unito agli Stati Uniti, specialmente nel sud con i Lynyrd Skynyrd. Ispirato da tutti questi grandi chitarristi, il gigantesco Stevie Ray Vaughan manteneva il Blues vivo negli anni 80 con il contributo di un grande Gary Moore, mentre Bruce Springsteen e gli U2 erano forse gli unici a suonare vero Rock.
Il Grunge degli anni 90, con Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden ed Alice in Chains, continuò alla fine a suonare una specie di Classic Rock. Warren Haynes ed i Gov’t Mule continuarono a fare Blues a pieno diritto. E proseguono anche negli anni 2000, assieme a gente del calibro di Joe Bonamassa, solo o con i Black Country Communion, Eric Gales, Kenny Wayne Shepard, Jack Black e Philip Sayce, con il contributo di alcuni lavori di John Mayer, che ha comunque anche un’anima Pop.
Fa una certa impressione pensare che se non ci fosse stata la schiavitù negli Stati Uniti, oggi non avremmo avuto tutta questa Musica, che deriva dai tristi canti dei lavoratori neri nei campi di cotone americani. Blues, Jazz, Rock, hanno tutti le origini in Africa, come del resto lo stesso genere umano.