Amplificatore Unison Research Unico

Dopo alcuni anni di utilizzo molto soddisfacente del prestigioso Naim Nait 5i, mi è venuta la nostalgia di Unison Research, marchio italiano di cui avevo un raro integrato prima del Naim, il bellissimo Mood. Il Nait è ottimo, ci mancherebbe, ma avevo una sensazione (e forse tale rimane) che fosse un tantino in difficoltà nel restituire la dinamica totale col carico difficile dei miei diffusori TDL Studio 0.5. Il Naim non dovrebbe avere questi problemi, ma infatti non suonava affatto male. Ma nel 2024 ho avuto l’opportunità di fare un altro cambio alla pari e rivenderlo ad una cifra comparabile a quela di acquisto di un Unico e, in occasione dei miei 60 anni mi sono fatto un aito-regalo.

Unison Research Unico

Questa volta ho potuto confrontare i due amplificatori perima che il Naim andasse ad un amico. Se la battono, ma l’italiano sembra avere una marcia in più, oserei dire la dinamica e la profondità dei bassi. Si tratta di sfumature, ma le sento bene. In particolare, ho dei diffusori a linea di trasmissione, quindi con dei bassi importanti e l’Unico sembra gestirli con più disonvoltura. Potrebbe anche darsi che il Nait 5i sia più corretto durante i pieni musicali, ma non ne sono certo. La qualità costruttiva è impeccabile in entrambi ma l’Unison ha qualcosa in più. In particolare i morsetti posteriori (8 in caso di bi-wiring) sono di fattura molto elevata, dove il Naim aveva due semplici ingressi per banane.

Insomma, siamo in presenza di un side-grade certamente, ma per me è anche un piccolo upgrade, anche sentimentale: sono tornato all’accoppiata TDL-Unison che negli anni 90 si rivelava vincente. Ricordo che quando acquistai le TDL mi consigliarono amplificatori capaci di grandi correnti, tra cui anche il Nait di allora. Poi finii per prendere l’Unison Research Mood, che ne aveva da vendere. Quando capitavo in un negozio HiFi e dicevo di avere le TDL collegate ad un Mood mi guardavano con approvazione, dicendo che era uno dei pochi amplificatori in grado di spingerle davvero bene. Ed è questa la sensazione che ho io oggi quando ascolto l’Unico alle prese con gli 86 dB di sensibilità e i 6 ohm nominali di carico delle mie TDL Studio 0.5.

La qualità di ingressi ed uscite nel retro dell’Unico non fa rimpianegere quella del Mood

Unison Research è un ditta veneta famosa per lo più per i suoi amplificatori a valvole molto raffinati. In passato si era cimentata con degli integrati a transistor tra cui il Mood che ho avuto per anni. Credo che l’Unico vada a sostituire il loro esperimento a stato solido, ma è ibrido, con valovole nella sezione pre e mosfet in quella finale, per 80 w di potenza.

Il Primo Unico uscì sotto la denominazione “Unico I”, a cui seguì, credo a metà anni 2000, l’Unico che ho io, affiancato dall’Unico P (credo per via della scheda fono, opzionale sull’altro). Dal numero di serie sembra che il mio sia un esemplare del 2012. Oggi è in produzione la seconda versione dell’Unico Primo.

Si tratta quindi di amplificatori ibridi con un sistema di polarizzazione che mantiene sempre accesi i mosfet di uscita evitando qualsiasi distorsione di incrocio. Unico è il più “datato” dopo Unico I ed ha 2 valvole ECC82 (una valvola per canale) di preamplificazione. Nell’unità in mio possesso il precedente possessore ha installato delle valvole NOS Philips. Unico P ha una sola valvola ECC82; i finali di potenza sono su 2 schede separate per una migliore indipendenza dei canali. Questi amplificatori hanno il telaio in metallo verniciato; essendo fuori produzione da oltre un decennio le parti di ricambio sono quasi esaurite. Unico primo è tuttora in produzione utilizza una ECC83, è il “più piccolo” della famiglia in produzione. Unico nuovo utilizza 2 ECC83 e uno stadio di potenza più raffinato con mosfet finali e driver a transistor, ha “una marcia in più” rispetto al primo. Hanno fianchi e coperchio in allumino anodizzato e spazzolato – per gentile contributo dell’Ing. Alessio Fusaro, Unison Research.

Unison Research Unico P

Futuro?

In realtà, sono apparsi sul mercato recentemente degli amplificatori finali in classe D dal rapporto qualità/prezzo stupefacente, gli ZeroZone IRS2092. All’incredibile prezzo di circa 300 euro la coppia, i piccoli grandi cinesi promettono di sbaragliare concorrenti estremamente più blasonati! La loro fama si sta diffondendo a macchia d’olio e pare che anche la sezione finale di un Supernait non sia all’altezza! Magari un giorno lo prenderò un pre prestigioso per servire in modo ottimale una coppia di finali come questi incredibili gioiellini…

Gli incredibili finali ZeroZone IRS2092

ZeroZone IRS2092 in prova su TNT-Audio