Le due mie più grandi passioni attuali avranno pure qualcosa in comune visto che albergano in una stessa persona? Esistono esempi ben più brillanti di me di aikidoka-chitarristi, quali Steven Seagal, William Gleason e sicuramente chissà quanti altri. Chitarristi-aikidoka? Non ne sono a conoscenza ma immagino che qualche buon chitarrista che si sia cimentato nella via dell’Aiki ci sia stato. Forse poi smette per paura di danneggiarsi le articolazioni tanto utili ai virtuosismi del proprio strumento. Ma qui intervengo io e dico: e perché? Aikido dovrebbe migliorare le condizioni delle nostre articolazioni a meno di non usare le nostre amate leve in modo improprio (a proposito di leve, molte chitarre, tipo la Fender Stratocaster, hanno la leva del tremolo – farci nikkyo è un po’ difficile ma già abbiamo trovato un punto in comune).
Personale
Dieci anni, sono passati dieci anni…
Il grosso pick up blu della Ford brontolava, fermo nella fila di luci rosse lungo la U.S. 1, transennata e ridotta ad una corsia. Che c’erano i lavori me l’avevano detto, lo sapevo, ma già ero partito in ritardo dall’ufficio e non me la sentivo di tentare una strada alternativa visto che non ero pratico della zona. Il tempo previsto da Norwood, New Jersey, per raggiungere Jersey City, la sorella di New York oltre fiume, era di 45 minuti senza traffico ed io correvo sempre il rischio di sbagliami. In più era il 2 dicembre, un giovedì, ma qui come a Roma l’avvicinarsi del periodo natalizio si vede anche dal traffico. Era solo un mese che cercavo di districarmi tra le strade delle contee a cavallo del confine tra lo stato di New York e quello del New Jersey. E mi perdevo sempre, immancabilmente. C’era qualcosa nella segnaletica USA che mi confondeva. Forse erano i cartelli con il nome della strada che erano appesi, ben visibili, in corrispondenza dell’incrocio: designano la strada che si sta per incrociare, io invece ero portato, forse per abitudine europea, a pensare che fosse il nome della strada che stavo percorrendo – con conseguenze facilmente immaginabili…
Mezzo secolo…
Ho scoperto di essere un criminale!
Io un criminale? Mah… in realtà faccio il geologo, ho lavorato anche come rilevatore, a contatto con la natura, ho fatto un po’ di ricerca all’università, mi sono sempre considerato un ambientalista (magari tenendo in considerazione che anch’io guido la macchina, uso energia, ecc.). Ora sono in una piccola azienda che si occupa di esplorazione e ricerca di idrocarburi. Ma forse non dovrei dirlo in giro…
Io e Roma
Captain’s Log, Nov 11, 2004.
A cavallo del 2004 e del 2005 ebbi l’occasione di lavorare negli USA, tra New York e New Jersey per circa tre mesi. Esperienza dura ed intensa. Quello che segue è un resoconto inviato agli amici italiani dopo un paio di settimane, mentre ero a bordo di una vecchia nave oceanografica nella baia di New York. Ovviamente quello che scrivo è anche frutto dello stress a cui ero sottoposto. Diverse cose sono cambiate da quell’anno nei miei rapporti con New York. A distanza di 9 anni il ricordo di quel periodo è molto più positivo di quello che traspare dal testo.
Dopo meno di un mese, colei che ora è mia moglie sarebbe venuta a trovarmi per un weekend e la nostra storia iniziò a New York, dove tornammo per coronarla nel giugno 2007, sposandoci a sorpresa prima dell’amico (il datore di lavoro di allora) che ci aveva invitati al suo di matrimonio.
L’ultima volta tornammo nell’estate del 2010 per far conoscere il nostro piccolino, allora di 7 mesi, ai parenti. Oggi posso dire che sia loro che The City mi mancano, e parecchio…
Diario di bordo della Atlantic Twin, 11 novembre 2004.