Il Natale da bambino lo sentivo moltissimo. Non parlo della felicità di ricevere regali e delle frasi fatte tipo “siamo tutti più buoni”. Già allora sentivo che c’era qualcosa di speciale, qualcosa che ancora oggi mi piace. Mio figlio ormai ripete che Babbo Natale non esiste e che siamo noi a mettere i regali sotto l’albero. Ci ha “sgamati” da un po’, è normale. Ma mia moglie insiste con la storia di Babbo Natale, vuole conservare in lui ancora un po’ di magia. Ed io mi trovo d’accordo, anche perché la “magia” del Natale esiste da sempre e nonostante il consumismo e le frasi fatte, continua ad esserci.
Personale
Le Scienze a scuola? … Mah…
Esco ora da una breve esperienza di insegnamento in una scuola internazionale. Per un anno ho insegnato scienze e geografia nelle loro classi medie. Oggi è il mio ultimo giorno e mentre i ragazzi si rilassano a modo loro io rifletto su un po’ di cose che questa breve esperienza mi ha fatto notare. Cominciando dall’ultima: tutti i ragazzi, indistintamente, si rilassano usando i loro cellulari. A uno della mia generazione viene subito in mente come avremmo fatto noi, 45 anni fa nella scuola media, a rilassarci in un’ora lasciata libera allo svago. Io di solito mi mettevo a disegnare. I computer a casa non ce li aveva nessuno. Rarissimi i primi, oggi ridicoli, giochi elettronici. Io non ho mai avuto una consolle di gioco.
Essere davvero se stessi
Pochi di noi hanno la fortuna di essere davvero se stessi. I più fortunati perlomeno “sanno” chi sono veramente, anche se in realtà non sono se stessi. Ho sempre ammirato le persone che hanno fatto della loro passione il proprio mestiere. E’ molto difficile riuscirci, a meno che la tua passione non sia lavorare per una banca o essere un impiegato statale: studi e ti impegni per trovare un lavoro e sei a posto. Ma se volessi fare, che so, il pittore? Il mondo intero ti dirà che è una follia, morirai di fame, hai bisogno almeno di un piano B, ecc. Ma quelli che continuano e riescono a farlo sono quelli che non hanno ascoltato…
Suonare la chitarra in un gruppo di attempati…
Volevamo chiamarci i Colesterock, gli Attempati, gli High Pressure, gli Arythmics. Ma siamo i Music Box. E io, ex geologo di una compagnia petrolifera, padre di famiglia, ormai oltre il mezzo secolo di vita, che cosa ci faccio qui? Ormai neanche lo sognavo più. Io in un gruppo rock? Roba da ragazzi! La mia chitarra sarebbe stata sempre con me anche se l’avessi suonata raramente, così, per ricordare la passione di gioventù. Ma niente di più. Ho altro da fare ormai.
Le ultime parole famose…
Siamo le nostre passioni – scusate lo sfogo…
Quando ero bambino ero noto per essere quello che cantava le canzoni imitando con la bocca anche le parti musicali, i suoni degli strumenti. Ricordo i miei zii divertitissimi mentre reinterpretavo le mie cover di Tanto pe’ canta’ di Nino Manfredi, Azzurro di Adriano Celentano, Rumore di Raffaella Carrà, e così via… Eh no, perché anche se erano gli anni 60/70 nessuno mi aveva introdotto alla vera musica, quella dei Rolling Stones, dei Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Doors, Pink Floyd.
L’insegnante
Ai tempi della scuola superiore avevo la testa tra stelle, galassie e nebulose, volevo fare l’astronomo ed avevo un professore di matematica e fisica che mi faceva sognare. È forse lui il responsabile se mi sono appassionato alle scienze fino a prendermi una laurea in questo ambito ed è grazie a lui che ho potuto sviluppare le capacità per riuscirci. Quando mi iscrissi a quell’istituto e capitai in quella sezione, qualcuno mi profilava seri guai con quel professore, un matto, fuori di testa, una vera gatta da pelare. Altri lo consideravano un genio, con un metodo di insegnamento tutto suo, davvero difficile da seguire. Insomma, il consiglio era di cambiare sezione.