Perché ci sono “blob” delle dimensioni di un continente in profondità nella Terra?

In uno strano angolo del nostro sistema solare vivono due blob alieni.

Con corpi tentacolari e amorfi grandi come continenti, queste bizzarrie si pensa che passino il loro tempo ad aspettare che il cibo piova su di loro – e poi semplicemente lo assorbano.

Ma il loro habitat naturale è, se non altro, ancora più insolito della loro dieta. Potrebbe essere descritto come “roccioso”: tutto intorno ci sono minerali esotici in tonalità e forme sconosciute. Per il resto è piuttosto arido, a parte un mare scintillante in lontananza, così grande da contenere tanta acqua quanto tutti gli oceani della Terra messi insieme.

Ogni giorno il “tempo” è lo stesso: una temperatura mite di 1827°C (3321°F), con alcune aree di alta pressione – equivalente a circa 1,3 milioni di volte la quantità sulla superficie terrestre. In questo ambiente schiacciante, gli atomi si deformano e anche i materiali più familiari iniziano a comportarsi in modo eccentrico: la roccia è flessibile come la plastica, mentre l’ossigeno si comporta come un metallo.

Ma questo bizzarro paese delle meraviglie non è un pianeta extraterrestre e i blob non sono propriamente animali selvatici. Si tratta, infatti, della Terra stessa, solo molto, molto in profondità nel sottosuolo.

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Il Prat (1933-2021)

Se ne è andato qualche giorno fa un altro grande della Geologia italiana. Antonio Praturlon era “un mostro sacro” della materia. Assieme ai miei professori Renato Funiciello, scomparso nel 2009, e Maurizio Parotto costituivano il grande trio della Geologia dell’Appennino. Non era stato un “mio” professore, nel senso che non era tra i docenti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma La Sapienza quando l’ho frequentato io. Ma era nel mito…

Poi ho avuto modo di conoscerlo, forse anche meglio dei miei prof, nel periodo più bello della mia carriera geologica, quando lavoravo all’Università di Roma Tre.

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Land of opportunities

Ammetto che essendo cresciuto a fumetti Marvel, musica rock e telefilm USA il mito americano mi ha accompagnato per quasi tutta la vita. Studiare una materia scientifica come la geologia me lo ha anche rafforzato visto che molte delle scoperte fondamentali sono targate Stati Uniti mentre in Italia ben poco si è fatto e ancor meno si sta facendo per argomenti che riguardano il mio campo di laurea. Infatti ho avuto non poche difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro come geologo. Mi veniva quindi naturale vedere gli USA come la terra delle opportunità anche in geologia. Solo che oltre ad essere immaturo, non avevo neanche idea di come funzionasse il “sistema” nostrano. Se ne avessi avuto consapevolezza forse non avrei perso delle opportunità che comunque mi si sono presentate ma che ho riconosciuto solo col senno del poi, quando il treno era ormai passato….

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Devo capire

Voglio capire perché adesso c’è questa feroce e scomposta opposizione al vaccino.
Dato che continuiamo a ripeterci che, con chi è contrario ai vaccini, non bisogna essere aggressivi, ma che occorre essere pacati, argomentando serenamente e cercando di spiegare, mi sforzerò di essere educato, ma non sono certo di riuscire nell’intento.

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23 novembre 1980

Per essere novembre inoltrato era una giornata piuttosto calda. Noi ragazzi e bambini giocavamo all’aperto, in cortile e nelle campagne circostanti. Era una splendida domenica d’autunno, soleggiata e fresca, ma non troppo. Nel pomeriggio ci fu la classica partitella di pallone in cortile. Il leggendario Super Santos era finito in un balcone del 2° piano e uno di noi aveva scavalcato dalla finestra delle scale per andarlo a recuperare, correndo un rischio che oggi, da genitore, mi farebbe accapponare la pelle. Ma nel tempo lo avevamo fatto un po’ tutti a turno: il cortile era circondato da balconi e terrazzi al piano terra, era inevitabile che il pallone finisse in uno di essi. A volte citofonavamo al proprietario per chiedere il favore di restituircelo, ma dato che spesso il pallone veniva sequestrato, o peggio tagliato in due con le forbici in un rito solenne a cui ci facevano assistere spietatamente, ci prendevamo il rischio di scavalcare prima che il proprietario se ne accorgesse. Quando andava male ricorrevamo ad un disperata colletta e correvamo a comprarne un’altro. In pratica rischiavamo una violazione di domicilio per evitare una appropriazione indebita. Ma quella domenica pomeriggio del 30 novembre 1980 il pallone era finito nel balcone di un nostro amico che non abitava più lì, l’appartamento del 2° piano era disabitato. Così qualcuno dovette andare a recuperarlo nonostante i circa 6 m di altezza…

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