Mi sono sempre ritenuto una persona “analogica” che però conosce bene il “digitale”. Amo ascoltare dischi in vinile e fare foto con la pellicola. Il motivo non è una presunta superiorità del mezzo analogico, semmai un diverso rapporto con esso, un ritmo più naturale nel suo utilizzo. Eppure anche io dopo anni comincio a sentire quasi un po’ di stanchezza, come se si trattasse di una lotta coi mulini a vento. E se abbracciassi il digitale e lo facessi persino con piacere?
Fotografia
Mono, stereo o multichannel
L’inerrastabile avanzata della tecnologia che ci “migliora la vita”… (?)
Fin da bambino rimasi colpito dalla magia della riproduzione audio. A tre anni circa cominciai a cantare, a 10 mi regalarono un registratore a cassette e cominciai i primi esperimenti. Poco dopo ascoltai il primo impianto stereo a casa di uno zio, affascinato dall’effetto creato da due diffusori che emettevano suoni diversi.
Nel l’innocenza dell’epoca pensai che magari, con un diffusore per ogni strumento si sarebbe potuto riprodurre un evento musicale in modo più realistico. Ma non è così che funziona. Per farla breve, abbiamo due orecchie e così due diffusori ricreano al meglio l’esperienza dal vivo di un evento musicale.
Una Nikon (a pellicola) è per sempre…
Mio padre era un fotografo della Polizia scientifica. Ora è da tempo in pensione e non fa più foto, ma per questo motivo ho avuto modo già in tenera età di veder sviluppare pellicole, stampare foto in camera oscura. Una magia di cui ho un bellissimo ricordo. Un giorno portò a casa una Nikon FM cromata che un fotografo gli aveva regalato. Il fascino di quei meccanismi metallici, precisi, che permettevano di gestire la luce e trasformarla in fotografie mi colpì subito e cominciai ad assillare mio padre con domande sulla fotografia. La Nikon FM diventò la macchina fotografica di famiglia ed io stesso me la portai in giro nei miei viaggi di piacere o lavoro. La FM è tuttora perfettamente funzionante, in servizio saltuario a casa di mia sorella.
Mai dire …rollino
Avrei potuto titolare “il rollino questo sconosciuto” ma ho preferito parafrasare un film della serie 007, perché forse meglio si addice all’episodio che voglio narrare. 😉 L’occasione è un viaggio molto breve a Torino per uno stage di Aikido. Sapendo di avere un po’ di tempo a disposizione per passeggiare nella splendida città, mi sono armato di macchina fotografica ed ho preso l’aereo da Roma Fiumicino per Torino Caselle. E fin qui niente di strano…
E’ Natale …ed io mi regalo una macchina fotografica
Natale. Siamo tutti più buoni (pare vero). Ci facciamo i regali. Io ogni tanto me lo faccio da solo. In barba al consumismo tecnologico (pare che meno si riesce ad arrivare a fine mese, più sono i gadget tecnologici che acquistiamo) mi sono regalato una macchina fotografica con moltissimi megapixel! Ha 7 anni più di me però…
Si chiama Vito B ed era prodotta dalla tedesca Voigtlander. Mi è costata una fortuna! 30 euro + 20 di spedizione, dalla Germania, appunto. La qualità è simile alle Leica di quel tempo, anche se in versione economica…
Che ci faccio? Le foto, no!? Quando l’ho detto a qualcuno sono rimasto a bocca aperta a sentirmi chiedere se esistono ancora i rollini. Ma dico io!
Eppure tra i giovanissimi ce ne sarà di gente che non ne ha mai visti…