L’aikido per comprendere e accettare il coronavirus

gouttard-itwSiamo ormai in isolamento da una decina di giorni. Per la prima volta nella nostra vita trascorriamo le nostre giornate chiusi in casa, spesso da soli.
La mia prima reazione di fronte alle disposizioni è stata di incomprensione. Mi chiedevo: “Perché sta succedendo a noi? Se ci sentiamo in buona salute, perché dobbiamo restare a casa? Siamo convinti che coloro che praticano le arti marziali siano sani nel corpo e nello spirito: perché dunque non abbiamo più il diritto di lavorare?”.
Mi sono posto queste domande per un giorno o due; poi, passato il primo istinto che mi induceva a rifiutare questa situazione (che a me, come a molti altri, sembrava stupida), ho iniziato a riflettere.
Continue reading  

La necessità del dolore per progredire in Aikido

gouttard-itwQuesta sensazione che chiamiamo dolore in Aikido è sempre stata per me uno stimolo di interesse intellettuale. In effetti, perché cercare da soli queste situazioni di dolore? Perché passiamo ore ed ore a cadere, rotolare, a farci torcere i polsi in tutte le direzioni, a ricevere degli shock da partner che dovrebbero esserci “amici”? Presumiamo che il dolore sia necessario per progredire nella Via. Questo dolore è il nostro limite, è ciò che ci permette di conoscere e comprendere. Senza di esso non siamo nulla. La vera difficoltà non sta nel domandarci se possiamo sopportarlo, ma fino a che punto ci potremmo spingere nell’accettazione del dolore. Ma più importante è, forse, capire quando ciò diventi soltanto semplice stupidità. Continue reading  

L’Atemi – la negazione dell’Aikido

gouttardLa nostra è un’arte di contatto ed il contatto rivela le nostre emozioni. Attraverso il toccarci sviluppiamo una certa sensibilità che ci darà ciò che noi chiamiamo la tecnica.
Durante i miei corsi amo molto ripetere queste frasi: “La tecnica è il nostro atteggiamento, il nostro modo di muoverci e di far muovere il nostro partner senza fretta, senza offenderlo; la tecnica è il modo in cui il nostro corpo si comporta con uno sconosciuto, è la nostra visione che si apre sul mondo dell’ignoto e per arrivare a tale maestria nella tecnica l’Aikido ci dà i suoi principi: ikkyo, shi ho nage… i mezzi per capire come il nostro corpo deve muoversi nel rispetto della sua fisiologia”. Continue reading  

Aikido Hombu Dojo e lesioni

gouttard3A volte provo una certa ansia per il fatto di voler essere sempre all’altezza dei miei studenti anziani o di riuscire ad ascoltare chi vuole praticare con me. E’ un’ansia più mentale che fisica; di lesioni ne so qualcosa per il fatto di averle ricevute, vissute, rifiutate ed infine accettate, dato che è l’unico modo, ne sono certo, per poter superare certe ansie. Nella nostra pratica, la lesione è parte dell’insegnamento. Senza lesioni non si può progredire, dato che esse sono il modo in cui il corpo apprende cosa può e cosa non può fare. Ma la lesione non può essere un motivo per interrompere la pratica, quindi bisogna preparare il corpo a subire un trattamento che non può sopportare troppo a lungo. Continue reading  

Lo Sguardo

gouttard2Parliamo della vista, il senso che ci permette di posizionarci e individuarci quando entriamo in un posto. Il nostro sguardo avvolge l’insieme ed in seguito si focalizza sul particolare. Quando entriamo in un dojo, immediatamente abbiamo una visione completa di tutto ciò che c’è all’interno, poi delle le superfici, la luminosità, l’arredamento e le persone presenti. In seguito focalizziamo lo sguardo e riusciamo a precisare chi è presente, il colore del tarami e più guardiamo, più il nostro sguardo si affina permettendoci di scoprire quei dettagli che ci sono sfuggiti quando abbiamo avuto uno sguardo d’insieme.
Continue reading  

Imparare le tecniche da "vecchi" prima di essere "vecchi"

gouttardEd ecco un bel titolo sorprendente per una riflessione sull’Aikido, ma in effetti la nostra arte ci permette di praticare per lungo tempo senza avere quella sensazione di perdita di potenza o di mobilità.
 
All’inizio della nostra pratica, il nostro corpo non è preparato a comprendere ed accettare i movimenti che vengono insegnati nella nostra arte. Si è maldestri e non si ha la flessibilità fisica e mentale necessaria ad apprendere tutti i gesti che offre l’Aikido. Quindi abbiamo bisogno di costruire il nostro corpo, che si adatterà poi agli spostamenti, alle cadute e alle torsioni delle articolazioni. E ci vuole tempo. All’inizio sognamo di essere dei grandi “samurai”, di essere uguali ai maestri che seguiamo e di arrivare allo stesso livello degli anziani con cui noi ci evolviamo.

Continue reading