Secondo la leggenda, nel 527 il monaco buddista indiano Bodhidharma, fondatore del Buddismo Zen, arrivò in Cina, presso il tempio di Shaolin. Trovò i monaci in condizioni fisiche non adeguate allo studio del Buddismo Chan (Zen, in giapponese) tramite la meditazione, pertanto insegnò loro della pratica corporea e delle tecniche di combattimento che, fuse con la filosofia Chan (Zen), diedero vita allo stile Shaolin, all’origine del Kung Fu (Duro Lavoro, in cinese). La forte carica spirituale e la cura del sistema mente-corpo crearono le basi delle arti marziali (Wu Shu, in cinese), da una parte come tecniche di difesa personale e dall’altra come meditazione in movimento. Come molte tradizioni, anche la filosofia delle arti marziali dalla Cina arrivò in Giappone passando per la Corea. Il Buddismo Chan diventò Zen e le arti marziali divennero Bujutsu. I guerrieri giapponesi o Bushi, svilupparono nei secoli delle raffinate tecniche di combattimento armato e a mani nude. Col tempo si affermò una classe guerriera molto rispettata che presto prese il controllo del paese: i Samurai.
Il ferreo codice di condotta dei samurai è noto oggi come Bushido, la Via del Guerriero. Ad esempio, per un samurai l’egoismo è un difetto capitale. Egli dovrà debellarlo a partire dalle minime occasioni che gli offre la vita quotidiana. Durante un banchetto, un samurai dovrà fare in modo che gli altri possano sempre avere le porzioni più abbondanti. Per un samurai il confine tra torto e ragione è labile: distruggere una vita altrui nella convinzione di avere ragione ci porterebbe al torto. Inoltre, un samurai non si accalora in dispute verbali, sapendole irrilevanti.
L’arma d’élite dei samurai era la Katana, una spada affilatissima di fattura eccezionale con cui svilupparono delle tecniche di combattimento (Ken Jutsu) raffinate e micidiali. I samurai praticavano anche la lotta corpo a corpo (Ju Jutsu) e vari tipi di combattimento armato. Tutte le loro tecniche di combattimento ricadono, in giapponese, sotto il nome di Bu Jutsu e sono esclusivamente dedicate alla guerra.
All’inizio del XVII secolo, con la fine del periodo di continue guerre civili, i Samurai si trovarono a corto di occasioni di combattimento e per preservare le loro tecniche crearono varie scuole (Ryu) di Bu Jutsu in cui si allenavano continuamente per non perdere la “mano”. Col tempo, il Bu Jutsu tese a fondersi col Bushido, il codice guerriero, e si arrivò allo sviluppo del Bu Do, ossia della Via Marziale (letteralmente, Via della Cessazione del Conflitto), una pratica per fortificare corpo, mente e spirito tramite lo studio delle armi e del combattimento.
I termini Bujutsu e Budo sono stati entrambi tradotti in occidente come Arti Marziali, creando una certa confusione tra ciò che è prettamente dedicato al combattimento in guerra (Bujutsu) e ciò che è mirato alla crescita dell’individuo (Budo). L’Aikido è una forma di Budo moderno, nato negli anni 40 grazie alla sintesi che il fondatore Morihei Ueshiba riuscì ad ottenere dalla sua enorme conoscenza del Bujutsu, in particolare delle tecniche di Daito-Ryu Aikijutsu e del Kashima Ryu Kenjutsu.