E’ noto come il Natale cristiano sia stato “posizionato” dalla Chiesa appena dopo il solstizio di dicembre, nella accorta opera di sovrapporre ad ogni festa pagana una festa cristiana, così come aveva fatto con le chiese costruite sui templi romani. La festa pagana del solstizio d’inverno (21 dicembre) era festeggiata sin da tempi immemori. Il sole raggiunge il suo punto più basso dell’anno a mezzogiorno sull’orizzonte il 21 dicembre (considerato astronomicamente l’inizio dell’inverno) e sembra fermarsi lì per pochi giorni (solstizio : il sole che “staziona”), poi “riparte” – ed è proprio questa la chiave di lettura. Si ricomincia, nuova vita, si va verso un tempo migliore. In occidente come in oriente, si festeggia l’inizio della fine della notte artica, un periodo duro e buio (il giorno più corto, dopo il quale le giornate si riallungano), salutando l’inizio di uno migliore, più luminoso e ricco di speranza.
Vanity Budo
Japanese martial arts – properly speaking (I mean Budo, not Bujutsu) have been created as a means to self-improvement. The aikido founder clearly talked about a practice to shape honest and truthful people. Judo and karate, just to name the most famous, are no less. Probably, their involvement in combats and competitions, the prizes and the achievements affected the practitioners’ ego, which has been inflated instead of diminished. But aikido has no competitions, so the problem must be found elsewhere, since aikido is not certainly a discipline which is immune to attention-seeking behavior. Yet, one of the practice’s goals is exactly that: limit your ego.
The “Grado Labs” and the heart choices in HiFi
How convenient is following your feelings, making heart choices when looking for a HiFi component? I admit it may be rather dangerous. High Fidelity is a quite expensive hobby, even a lot sometimes. Before spending those amounts of money we earned by hard work, we should be very cautious. We should use our rationality and choose what better suits our needs. Always? Not really, especially when quality is not in doubt.
Dieci anni, sono passati dieci anni…
Il grosso pick up blu della Ford brontolava, fermo nella fila di luci rosse lungo la U.S. 1, transennata e ridotta ad una corsia. Che c’erano i lavori me l’avevano detto, lo sapevo, ma già ero partito in ritardo dall’ufficio e non me la sentivo di tentare una strada alternativa visto che non ero pratico della zona. Il tempo previsto da Norwood, New Jersey, per raggiungere Jersey City, la sorella di New York oltre fiume, era di 45 minuti senza traffico ed io correvo sempre il rischio di sbagliami. In più era il 2 dicembre, un giovedì, ma qui come a Roma l’avvicinarsi del periodo natalizio si vede anche dal traffico. Era solo un mese che cercavo di districarmi tra le strade delle contee a cavallo del confine tra lo stato di New York e quello del New Jersey. E mi perdevo sempre, immancabilmente. C’era qualcosa nella segnaletica USA che mi confondeva. Forse erano i cartelli con il nome della strada che erano appesi, ben visibili, in corrispondenza dell’incrocio: designano la strada che si sta per incrociare, io invece ero portato, forse per abitudine europea, a pensare che fosse il nome della strada che stavo percorrendo – con conseguenze facilmente immaginabili…
Dilemmi analogici
Il bello di un giradischi analogico è che è passibile di miglioramenti graduali che ne aumentano le prestazioni in modo tale che per avere qualcosa di paragonabile con un lettore CD bell’e pronto bisogna spendere cifre ben più alte. Ad esempio, il fonorivelatore, detto comunemente testina, è il maggior responsabile della qualità sonora di un giradischi. Il suo stilo, la puntina di lettura, è la parte sottoposta a pesante usura, il cui degrado inficia fortemente il suono (e danneggia pure il supporto). Leggendo una recensione di una puntina di ricambio sulla mia rivista audio di riferimento, mi era venuta un’idea per migliorare forse ancora un po’ le prestazioni del mio giradischi; ma si trattava anche di una possibile strategia per fare in modo che il cambio per usura della puntina non incidesse troppo sulla gestione economica del sistema.
Aikido and Sex
Come on! What’s the problem! Everybody knows Aikido is love, Aikido is life. Isn’t it?
So let’s start and in doing so, let me also point out that not all the concepts described below are my own, but they are also inspired to someone who knows far more about Aikido than me…
Someone says: “Why am I doing Aikido? Only for the girls…”. And he highlights the irony with: “I can touch all the women I want and I’m also being paid to do it!”. A very attractive practice, many will agree… And we can also easily overturn the matter in favor of the other sex (let alone for gay people!). I would also add: not only I’m paid for doing so, thay also thank me! During class, when the teacher practices with some of the couples, he tuns people upside down and etiquette requires them to even thank him! With a Japanese-style bow!
Aikido has much to do with sex. Irony comes easy when practice involves a couple rolling on a carpet while sweating and panting… Furthermore, we don’t talk about opponents but partners. Some teachers even urge partner exchange during class, although some more traditional schools rule that a couple should stay together forever (I mean, for the same training class). How boring…