L’Alfa 159 fu progettata nel bel mezzo della fine dell’accordo Fiat/General Motors, terminato proprio nel 2005, anno in cui fu presentata la 159. È la diretta discendente dell’Alfa Romeo 156 che sostituisce nel listino della casa, anche se è una “via di mezzo” con l’ammiraglia 166 che non verrà rinnovata. Questa sua collocazione a metà strada tra i segmenti D ed E, il peso maggiorato rispetto a certe motorizzazioni e l’adozione di motori banzina prodotti dalla GM, ne hanno frenato il successo, nonostante sia un’ottima vettura su parecchi fronti.
L’Alfa 159 è stata prodotta negli stabilimenti di Pomigliano d’Arco (NA). Disegnata da Giorgetto Giugiaro, che aveva rivisto al seconda serie della precedente Alfa 156, conserva nel frontale il family feeling dalla derivata coupé Alfa Romeo Brera. Dal 2006 è disponibile anche la versione Sportwagon. Il nome della vettura è un omaggio all’omonima monoposto di Formula 1, campione del mondo nella stagione 1951 con Juan Manuel Fangio.
La 159 è equipaggiata con il nuovo pianale Premium di cui sarà dotata unicamente la berlina del Biscione e che non è previsto essere utilizzato in futuro per altri modelli né di Alfa Romeo, né del gruppo Fiat o di altri costruttori. Il progetto di questo pianale nacque nell’era della joint venture fra Fiat Group e la General Motors. In un primo momento si presentò una collaborazione tra Alfa Romeo, Cadillac e Saab con l’intenzione di progettare un pianale da utilizzare su autovetture di segmento superiore ed eventualmente su vetture del segmento a cui appartiene la 159. Successe però che Cadillac e Saab si ritirarono in successione ed Alfa Romeo si trovò ad essere l’unica a portare avanti il progetto. Fu così che gli ingegneri della casa di Arese decisero di riadattare il progetto per creare una berlina media e dar vita a quella che sarebbe stata la discendente dell’Alfa Romeo 156.
La nuova 159 è stata presentata insieme alla derivata Brera sul palcoscenico internazionale del salone di Ginevra nel marzo del 2005. La vettura si presenta caratterizzata da linea ed interni sportivi e al tempo stesso molto eleganti, frontale aggressivo (derivato dalla concept car che aveva preceduto la Brera definitiva, che riprende lo schema a sei faretti dei modelli SZ ed RZ), sospensioni anteriori a quadrilatero alto e multilink a quattro bracci (3+1) posteriori (soluzione tipicamente sportiva); disponibile su alcuni modelli la trazione integrale Q4 basata su differenziale Torsen C.
Le maggiori differenze telaistiche riscontrate rispetto alla precedente 156 sono nell’importante aumento delle dimensioni, per cui si ha una lunghezza di 4,66 m (+23 cm), larghezza 1,83 m (+9 cm), altezza 1,42 (+3 cm). Inoltre si nota un incremento della massa, che penalizza parzialmente le doti velocistiche in rettilineo e i consumi, mentre decisamente migliorate sono le finiture e la qualità percepita.
Della 159 sono state anche sottolineate le doti di tenuta di strada e di stabilità, grazie alla lega di acciai ad alta resistenza che costituiscono il telaio e che le conferiscono una rigidità torsionale (180.000 daN m/rad) ed una rigidità flessionale (12.400 daNm/mm) molto elevate.
Per quanto riguarda la sicurezza passiva, anche la presenza di sette airbag, le permisero di ottenere ottimi risultati nei crash test Euro NCAP. Tra gli optional offre il Blue&Me. Il coefficiente di penetrazione aerodinamica ha raggiunto il valore di 0,32.
Con un lifting del 2008 sono state apportate al modello modifiche strutturali, alcune variazioni nell’estetica, negli allestimenti e nuove motorizzazioni.
Alfa Romeo 159 SW – Il cuore ha sempre ragione (2006)
La novità più rilevante riguarda proprio la parte strutturale del veicolo, il corpo vettura ha perso 45 kg, portando benefici all’automobile, soprattutto nei consumi e nelle prestazioni. Molto lievi gli accorgimenti estetici, con l’introduzione di nuovi cerchi in lega (a seconda degli allestimenti) e nuove rifiniture negli interni; all’esterno l’apertura del portellone è possibile mediante la pressione del logo. Di serie su tutte il dispositivo Electronic Q2: simula elettronicamente un differenziale autobloccante, con conseguente riduzione del sottosterzo. Il leggero restyling ha riguardato anche la versione Sportwagon.
In occasione del Salone di Ginevra nel 2009 l’Alfa Romeo per rinnovare la gamma della 159 ha introdotto la prima motorizzazione a benzina sviluppata e prodotta interamente in Italia dalla Fiat Powertrain Technologies: il 1.750, in omaggio alla celebre cilindrata dell’ammiraglia degli anni 70, siglato TBI (Turbo Benzina Iniezione diretta), ha sostituito gli ormai anziani 1.9 e 2.2 JTS della GM accusati di consumi fin troppo eccessivi e prestazioni deludenti, a cui gli alfisti non si erano mai affezionati perché prodotti al’estero.
Alfa Romeo 159 1750 TBI – il test di Paolo Massai per Supercar, sul canale Nuvolari
Tra i diesel è entrato in listino il nuovo 2.0 JTDm da 170 cavalli che affianca il più piccolo 150 cavalli, mentre debutta una nuova versione del 1.9 JTDm 120 cavalli denominata Eco capace di emissioni e consumi ridotti e prestazioni migliori rispetto al passato. Esce di produzione il motore 2.4 JTDm da 210 cavalli. Rinnovati anche gli interni; mentre il disegno della plancia è rimasto inalterato, la qualità degli assemblaggi risulta sensibilmente migliore. Rinforzato l’impianto frenante per le versioni di punta.
L’Alfa 159, pur entrando come tradizione in servizio con le forze dell’ordine, non ha mai partecipato a competizioni, di fatto abbandonate dall’Alfa Romeo.
La produzione dell’Alfa 159 a Pomigliano d’Arco (NA)
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La concorrenza italiana e tedesca
Il pregiudizio pro auto tedesca in Italia era ormai affermato e radicato. Il fatto di dover adattare un pianale pensato per il segmento E ad un’auto che fosse poi una via di mezzo con il D, non aiutò il successo della sostituta della 156. Poi, i motori benzina della GM non andarono mai giù al pubblico alfista, abituato a motori italiani, ok Fiat, ma italiani! L’Alfa 159 non vendette molto, considerata né carne, né pesce, troppo pesante anche se meglio allestita della precedente. Non fu capita e le Audi A4 e BMW serie 3 la surclassarono nelle vendite, pur non avendo niente davvero di più se non una ben più ampia gamma di motori tra cui scegliere. La pur ottima Fiat Croma non può rivaleggiare in estetica con la 159, che la mano di Giugiaro ha sapientemente disegnato continuando a ricordare i miti del glorioso passato. L’Alfa 159 è anch’essa probabilmente la più bella della categoria, ma gli italiani le hanno preferito Audi e BMW, a cui l’Alfa certamente non ha nulla da invidiare. E’ proprio questo concetto che non vuole proprio entrare nella testa dell’automobilista italiano medio, tipicamente esterofilo. Eppure, la più moderna incarnazione della 159, col motore italiano TBI 1750, ha caratteristiche sportive che altri non hanno, così come la tenuta di strada e la accelerazione. Purtroppo il gruppo Fiat intero ha dovuto/voluto limitare le produzioni di nuovi modelli e gli altri, gli allievi del passato, non hanno problemi di soldi e continuano a sfornare novità. La Lancia si limita a sostitutire sulle vetture Chrysler il marchio americano con quello italiano, umiliando così una casa gloriosa di cui rimane solo la nuova Delta. La 159 non è più in listino dal 2013 e si attende la sostituta Alfa Romeo Giulia che verrà nel giugno 2014. Il segmento E dovrà aspettare addirittura il 2015 sotto forma di erede della 166, probabilmente chiamata Alfetta in onore della ammiraglia anni 70. I motori saranno italiani e fabbricati in Italia, come pure le Alfa. Al top della gamma conterranno tecnologie Maserati e Ferrari, mentre per i motori diesel si è scomodata nientemeno che la VM. Ci sarà da ridere, ma intanto si aspetta e si sogna, mentre gli altri coninuano a fare…
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