Dilemmi fotografici: digitale o pellicola?

Nikon D70_Nikon FEMi sono sempre ritenuto una persona “analogica” che però conosce bene il “digitale”. Amo ascoltare dischi in vinile e fare foto con la pellicola. Il motivo non è una presunta superiorità del mezzo analogico, semmai un diverso rapporto con esso, un ritmo più naturale nel suo utilizzo. Eppure anche io dopo anni comincio a sentire quasi un po’ di stanchezza, come se si trattasse di una lotta coi mulini a vento. E se abbracciassi il digitale e lo facessi persino con piacere?

A volte immagino come sarebbe più semplice la mia casa se non avessi l’ingombro di dischi, giradischi, libri e album fotografici. Musica liquida, Kindle e fotocamere digitali con fruizione immagini a video. Mah… Mi mancherebbe il rapporto fisico, la naturalezza del contatto con i dischi e le pellicole?
Dei dischi non sono sicuro. Alle pellicole sto cominciando a pensarci. In entrambi i casi sono le ragioni economiche ad indurmi a farlo.
A volte il prezzo di un disco in vinile è assurdo rispetto a quello di un CD. Dieci anni fa era il contrario. Oggi comincio a chiedermi se valga la pena spendere 25e per un disco quando la versione in CD si può trovare sotto i 10e. Sto cominciando a pensare di limitare gli acquisti di dischi in vinile ad album storici mentre per il resto il comodo CD permette di ottenere molta più musica allo stesso prezzo. Scaricare poi le tracce su un hard disk semplificherebbe di molto la fruizione ed aumenterebbe la qualità di ascolto. Il passaggio successivo sarebbe l’acquisto diretto di files via internet. Persino un abbonamento a Spotify o simili potrebbe avere ragion d’essere: rinunciando ad un po’ di qualità si otterrebbe un accesso ad una quantità gigantesca di musica.
Per quel che riguarda i libri mi risulta più difficile accettare di leggere su tablet o Kindle, anche se la possibilità di acquistare un titolo e leggerlo immediatamente è attraente così come l’idea di snellire le librerie. Ma il libro resta il libro…

E la fotografia? Ho parlato e scritto a lungo di come una foto su pellicola abbia un non so che, qualcosa che la renda più familiare all’occhio umano. Ma è palese che la qualità di una foto dipende dal fotografo, non dal mezzo che usa. Esistono grandi foto fatte da seri fotografi con un semplice telefonino.
La risoluzione della pellicola è decisamente superiore a qualunque sensore attuale, per non parlare di quella degli scanner utilizzati per trasformarle in file digitali a dei monitor utilizzati per guardarle. Nel mondo professionale l’uso di pellicola o digitale dipende dagli scopi. Per il resto la pellicola è usata per passione.
imagesGli appassionati della fotografia analogica sostengono anche che l’uso di pellicola non sia più costoso delle tecnologie digitali. Un’ottima macchina analogica e i suoi obbiettivi costano poche centinaia di euro e si è già al top della tecnologia – e per sempre; le fotocamere digitali costano di più ed invecchiano rapidamente. Tutto ciò è vero se si sta dietro al marketing. Volendo si può accettare di usare per molti anni una buona macchina digitale senza doverla cambiare ogni anno, se non si è professionisti. Il punto è proprio questo: una volta che la macchina digitale ce l’hai e funziona, fare le foto della vacanza costa zero; farle con la pellicola costa il prezzo dei rullino e del loro sviluppo, stampa/scansione.
Questa estate sono rimasto molto frustrato dall’uso della pellicola durante la nostra vacanza nel sud della Francia. È stato un viaggio fatto per aver deciso di essere incoscienti, di fare una di quelle follie che risanano la vita, essendo io con assegno di disoccupazione e mia moglie con lavoro part-time. Forse mancava la serenità e la rilassatezza per fare belle foto. Il risultato è stato costoso (sviluppo e stampa ottica del bianconero) e deludente. Tempi di attesa superiori alla media, uno scoramento, una stanchezza che porta a dire basta, non ce la faccio più…
Cosa ci sarebbe di male a fare fotografia digitale e farla bene? Anche con un iPhone si possono ottenere discreti risultati se non si pretende di andare oltre i suoi limiti fisici. Rispettando le regole della composizione e pensando gli scatti senza farsi prendere dalla tranquillità di avere centinaia di pose disponibili e scattare selvaggiamente! Esistono anche app che consentono un completo controllo manuale dell’esposizione con un fotofonino. Ancora di più con una reflex la cosa ha senso se non si scatta sempre in automatico. Ed in casa una Nikon D70 c’è…
Nikon DF
Mi sono comunque messo alla ricerca: quanto mi costerebbe la più vecchia Nikon a pieno formato, cioè col sensore delle dimensioni della mia amata pellicola? Escludendo il sogno irraggiungibile Nikon DF, una reflex digitale cromata, in alluminio come quelle di una volta, la prima Nikon con sensore full-frame (FX) è stata la D3: costa un botto, niente da fare. Ok, rimaniamo in ambito DX come i comuni mortali. Una Nikon su cui utilizzare i miei vecchi obiettivi Nikkor AI-s mi sembra legittimo: una D200 si trova anche sotto i 150e ma la D300 è nettamente superiore anche se poi il vero salto di qualità ci sarebbe da D70 a D200.
E se lasciassi perdere le leggendarie ottiche fisse manuali per un obiettivo zoom totale? Nikkor 18-200 auto focus e passa la paura? Troppo costoso: con un centinaio di euro si è a posto con il 28-200. Che comodità sarebbe!
Ma mettiamo i piedi per terra: non è un periodo in cui navighiamo nell’oro; ima moglie ha una vecchia Nikon D70 acquistata nel 2008 che utilizza con il mio vecchio Nikkor AF 28-80 acquistato a New York nel 2000. Ha il display piccolo e poco visibile, “solo” 6 megapixel. Vecchie ottiche utilizzabili solo rinunciando all’esposizione automatica. Ma costo di utilizzo zero – e utilizzabile subito.
Cosa aspetto? La D70 è ancora una gran macchina ed un buon modo di iniziare per imparare le basi della fotografia digitale.
Accontentarsi è la chiave della felicità, specie quando spendere 350e per una D300 con 28-200 col conto in rosso sarebbe pura follia…
Nikon-D300S-vs-Nikon-D200-size-comparison