Siglata internamente 106, la 2600 rimpiazza la 2000. Ha ottenuto un posto nella storia della Casa del Biscione poiché è stata l’ultima Alfa con un motore 6 cilindri in linea bialbero.
Presentata nel 1961, la 2600 era disponibile nelle versioni berlina, coupé (la Sprint, carrozzata da Bertone) e dal 1962 spyder (carrozzata da Touring).
Tutte le versioni erano derivate dalle analoghe “2000”, con un nuovo 6 cilindri di 2.584 cm³ (a due carburatori per la berlina e tre per Sprint e Spider). A queste versioni si aggiunsero più tardi una coupé realizzata da Zagato, la Sprint Zagato, e una berlina 6 luci costruita in serie limitata dalla OSI, la De Luxe.
Le 2600 ebbero scarso successo, non solo perché erano troppo care: l’Alfa Romeo aveva deciso di dare priorità allo sviluppo della più piccola Giulia e quindi la 2600 era solo una rivisitazione della precedente 2000. Poiché la 2000 altro non era se non una 1900 ristilizzata, l’autotelaio della 2600 era piuttosto invecchiato.
Un altro motivo per le scarse vendite della berlina era lo stile: il design (con motore da 130 CV) non era stato felice (era lo stesso della precedente 2000, di impronta anni cinquanta) e ciò si tradusse in scarse vendite (2038 esemplari), tanto da essere superata sia dalla Sprint che dalla Spider. La berlina ebbe una versione speciale, la De Luxe, costruita dalla torinese OSI (azienda del gruppo Ghia), con motore da 145 CV, costruita in appena 54 esemplari, a causa soprattutto delle linee pressoché prive di personalità.
Molto più fortunata la spider, anche a fronte di un prezzo enorme per il periodo. La 2600 Spider, (motore da 145 CV) equipaggiata con un motore pieno, potente ed elastico (grazie alla ottima coppia), aveva uno stile simile a quello della più piccola Giulietta Spider, anche se di gran lunga più aristocratica. Estremamente piacevole la linea che richiama le più prestigiose Ferrari dell’epoca e che non perde la sua eleganza pur essendo una quattro posti. Era una spider di gran classe destinata ad un ristretto numero di facoltosi clienti, ne vennero comunque prodotti 2257 esemplari grazie alle grandi richieste, dal 1962 al 1965, anno di chiusura della Touring).
Commercialmente molto più fortunata fu la Sprint (6.999 esemplari dei quali 597 con guida a destra), una coupé di grandi dimensioni per quattro adulti destinata al turismo veloce, favorita in questo dalla potenza del motore (lo stesso della Spider) e dalla coppia. Lo stile era lo stesso della precedente 2000 Sprint, uno dei primi progetti di Giorgetto Giugiaro per la Bertone.
Un certo numero di 2600 Sprint con allestimento speciale venne acquistato dai ministeri dell’Interno e della Difesa per equipaggiare i reparti mobili rispettivamente della Polizia e dei Carabinieri, divenendo subito note come “Pantere” e “Gazzelle” dai rispettivi emblemi dei corpi che le avevano in dotazione.
Nel 1965 Zagato presentò una sua interpretazione della Sprint, disegnata da Ercole Spada, con una linea più aerodinamica che si riconosceva dal frontale dotato di fari a forma ellittica e da un logo della casa particolarmente largo. Ne furono costruiti solo 105 esemplari. Al giorno d’oggi, come auto d’epoca, le 2600 Sprint e Spider sono molto apprezzate per il loro stile, per le performance, per il suono del motore e per la loro rarità. La 2600 berlina è più che altro una curiosità, e ne sopravvivono poche. Rarissime le Sprint Zagato, e ancora di più le De Luxe.
Nel 1968 venne terminata la produzione e per due anni, fino alla presentazione dell’Alfa Romeo Montreal, non ci furono in catalogo Alfa Romeo autovetture con motorizzazioni di così alta cilindrata e il top di gamma poteva essere considerata la 1750. Per rivedere una berlina Alfa Romeo a sei cilindri si dovette attendere il 1979, anno di presentazione dell’Alfa 6.
Confrontiamola con le concorrenti
Anche la 2600 era un po’ grossa e pesante nella versione berlina, mentre sprint e spider sono ancora oggi molto belle. Fiat era ferma alla 1500-2300, la Lancia aveva ancora la Flaminia. Quella che sarebbe diventata l’Audi produceva ancora delle brutte DKW ma con il simbolo dei 4 anelli che sarebbe poi diventato famoso. La BMW “Neue Klasse” è forse la prima auto decente della casa dell’elica.
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