Quando nel 1995 acquistai la mia chitarra elettrica Paul Reed Smith pensai che nella mia situazione di strimpellatore non professionista mi mancava solo una bella chitarra acustica e il mio “setup” sarebbe stato al completo. Inutile collezionare diverse chitarre di vario tipo se poi non ci lavoro. Capisco la passione per le chitarre ma a me il collezionismo non mi ha mai preso, se ho qualcosa mi piace usarla; diciamo pure che non potrei neanche permettermelo, quindi a quel punto con l’elettrica l’affare l’avevo fatto. Ora si trattava di trovare un’ottima occasione anche per l’acustica.
Il sogno era Martin. Se ripenso che, sempre al negozio dove lavoravo me ne era stata proposta una ex-demo per meno di un milione… Al tempo mi serviva una chitarra da prendere “a mezzi” con mia sorella ed optai per una Ovation coreana che oggi è a casa sua. Ricordo che le presi anche un basso Yamaha RBX300 nero ad ottimo prezzo, ancora oggi ritenuto da molti il migliore tra quelli economici.
Un’altra Ovation non mi interessava, il dorso curvo a mandolino non mi affascinava più. Volevo qualcosa di più classico ma non potevo spendere molto, quindi anche Takamine, Taylor e Guild erano fuori discussione.
Mi misi alla ricerca accompagnato da mio cugino batterista con cui allora suonavo. In un negozietto in un sottoscala di un palazzo in una traversa di via della Giuliana (ignaro che moltissimi anni dopo avrei vissuto lì vicino per un anno e mezzo con moglie e figlio) mi proposero una chitarra di cui non avevo mai sentito parlare: una Seagull. Fu amore al primo tocco! Dal suo “top” in abete veniva fuori un suono meraviglioso, vellutato ma cristallino, avvolgente e concreto; io non avevo mai sentito nulla di simile. Anche mio cugino era colpito. Il prezzo era di 600 mila lire, il mio budget prefissato.
Eppure per qualche motivo dissi che ci avrei pensato un po’ e sarei ripassato.
Forse lo feci per informarmi meglio, dopo tutto non avevo mai sentito parlare di Seagull.
Un chitarrista molto bravo mi disse che ne aveva sentito parlare un gran bene e che erano pure note per essere ben elettrificate, con ottima componentistica LR Baggs. Visitai il vecchio sito web di allora e scoprii che la Seagull è parte del gruppo Godin del Quebec.
Le loro erano chitarre fatte a mano in Canada con legni del posto, senza badare molto alla pubblicità per tenere contenuti i costi e contando sul passa parola dei musicisti. Mi ero convinto.
Quando tornai in quel negozio deciso ad acquistarla mi fu detto che era stata già venduta. Diamine! Per un giorno solo!
Ora ne dovevo cercare un’altra, dovevo avere una Seagull!
Continuai a girare per Roma visitando i negozi noti, poi un amico del settore mi disse che qualcuno di sua conoscenza aveva aperto un negozio di chitarre usate non troppo lontano da dove avevo provato la Seagull.
Ci andai di corsa, pieno di speranza. Il negozio, non troppo distante dal Vaticano (ora non c’è più) aveva una bella vetrina. Diedi un’occhiata e non credetti ai miei occhi! C’era una Seagull! Non mi sembrava identica a quella del l’occasione persa ma era una Seagull, bella comunque. Entrai e chiesi il prezzo: 600 mila lire. Chiesi di provarla: stessa sensazione di suono sublime, confermata dai commenti di chi era presente, anche con una certa sorpresa. –> Mia!
Mancava la custodia. Acquistai altrove una buona custodia rigida che certamente la mia nuova chitarra acustica meritava.
Si tratta del modello S.M. (6), così come riportato nell’etichetta interna. Certamente ricalca la Martin D-18 e ne sono contento. È anche noto come Seagull M6, modello ora forse sostituito dall’S6 che però ha il top in cedro. Il corpo è in mogano, così come il manico; il top è abete rosso canadese, la tastiera in palissandro. Il pick-up interno è LR Baggs, molto ben quotato; le meccaniche sono le ottime tedesche Schaller. L’anno di produzione è il 1991.
Sul web si legge di un livello di apprezzamento elevatissimo. C’è chi arriva a dire non solo che si tratta della migliore chitarra a quel prezzo, ma proprio della migliore chitarra e basta! È ormai parliamo di cifre al di sotto dei 300 dollari! Insomma, ancora oggi sarebbe un ottimo affare…
E così ero al completo. Due chitarre, una elettrica ed una acustica, originali, non ovvie e scontate, entrambe di elevata qualità costruttiva, fatte a mano in Nord America, due ottimi affari dal punto di vista del rapporto qualità/prezzo.
Magari un giorno avrò una Martin o una Taylor, ma sono certo che comunque, fino ad allora la Seagull non me la farà rimpiangere.