Titolo altisonante, visto che non sono certo un professionista. Dovrei dire semmai quali sono i chitarristi che mi fanno passare la voglia di suonare – battuta tipica di chi a volte vedendo certi mostri sacri è disgustato anche solo all’idea di avere uno strumento in comune con loro! 😉
Sono completamente italiano ma la passione per la chitarra mi ha portato a Musica al di fuori dei nostri confini. Insomma, dal punto di vista musicale è come se non fossi affatto italiano. Il nostro paese è ricchissimo di geni musicali e musicisti talentuosi. Ma il genere che piace a me non ha mercato e quindi i tanti chitarristi italiani di gigantesca levatura non possono esprimersi in questo campo. Gran Bretagna e nord America hanno tutt’altra storia. Non ci posso fare nulla. Si tratta di cose a cui non si può dare una spiegazione, sono istintive, ti prendono o non ti prendono. Da giovane ho ascoltato e suonato musica italiana, era inevitabile, ma sentivo sotto sotto che mi mancava qualcosa. Poi ho scoperto cosa fosse e non c’è stata più storia. Non me ne vogliate, sono italiano al 100% ma la Musica che mi tocca nel profondo è nata degli USA e rinata in UK, la chitarra elettrica è stata inventata negli USA e molti sono gli inglesi responsabili di averla resa grande.
Sto parlando del Blues.
In un maldestro tentativo di ricostruire in due righe la storia della Musica che mi ispira, si potrebbe dire che da Robert Johnson è probabilmente iniziato tutto. Muddy Waters ne ha raccolto per primo l’eredità. T-Bone Walker ha posto le fondamenta della chitarra solista Blues e i 3 Re del Blues, BB King, Albert King e Freddie King (da destra a sinistra nella foto) la resero grande ispirandosi a lui.
Attraverso Chuck Berry e Buddy Guy all’inizio, gli interpreti britannici dei 3 King, Peter Green (BB), Mick Taylor (Alfred) ed Eric Clapton (Freddie) fecero rivivere al Blues una nuova vita negli anni 60, mentre i Rolling Stones prima e i Led Zeppelin di Jimmy Page poi creavano il Rock da quelle basi. Jimi Hendrix e Jeff Beck ne sperimentavano i limiti. David Gilmour amalgamava magistralmente fraseggi Blues nella psichedelia dei Pink Floyd.
Nel frattempo Duane Allman fondava gli Allman Brothers Band riportando il Blues di diritto dal Regno Unito agli Stati Uniti, specialmente nel sud con i Lynyrd Skynyrd. Ispirato da tutti questi grandi chitarristi, il gigantesco Stevie Ray Vaughan manteneva il Blues vivo negli anni 80 con il contributo di un grande Gary Moore, mentre Bruce Springsteen e gli U2 erano forse gli unici a suonare vero Rock. Il grosso della musica degli anni 80 era però modellato da una squadra di grandissimi “session men” californiani che si riunirono attorno ai fratelli Porcaro a formare i Toto, super-gruppo Rock/R&B/Funk, il cui chitarrista Steve Lukather è tra i miei preferiti in assoluto.Il Grunge degli anni 90, con Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden ed Alice in Chains, continuò alla fine a suonare una specie di Classic Rock. Warren Haynes ed i suoi Gov’t Mule continuano a fare Blues a pieno diritto. E proseguono ancora oggi, assieme a gente del calibro di Joe Bonamassa, da solo o con i Black Country Communion, Eric Gales, Kenny Wayne Shepard, Jack Black e Philip Sayce, con il contributo di alcuni lavori di John Mayer, che ha comunque anche un’anima Pop.
Rispettando in modo assoluto l’importanza di T-Bone Walker e dei 3 Kings a lui ispirati (e i vari Chuck Barry, Alberto Collins, ecc.), ritengo monumentale il lavoro fatto da Eric Clapton per la musica moderna, reinterpretando negli anni 60 in modo ancor oggi attuale il vecchio Blues da Robert Johnson ai 3 Kings. Non era solo, ma lui in prima persona ha tenuto in vita il Blues mentre in America se lo erano quasi dimenticato. Quello stesso Blues ha poi dato vita al Rock, in particolar modo grazie ai Rolling Stones che come molti gruppi britannici dell’epoca facevano tante cover di brani Blues storici. Jimi Hendrix, ispirato da Buddy Guy, ha fatto cose con la chitarra che nessuno aveva fatto prima, facendola urlare, piangere, gemere e bruciare, ma è dovuto andare in Inghilterra per poter esplodere. Ha cambiato definitivamente il modo di suonarla, fino all’arrivo della rivoluzione Van Halen degli anni 80 (contando sempre l’enorme contributo del troppo sottovalutato Lukather).
David Gilmour è da molti ritenuto tecnicamente minore rispetto agli altri ma è un grande conoscitore di Blues e i suoi assoli, pregni di fraseggi tipici, sono tra i più belli e iconici della storia della Musica rock. Mi piacciono molto come persone sia Eric Clapton che David Gilmour, rappresentano il mio ideale di chitarrista, delle persone “normali”, non delle rockstar viziate e non fanno della velocità mozzafiato lo scopo dei loro assoli. Ma Jimi Hendrix e Stevey Ray Vaughan sono monumentali esempi di quello che significa la chitarra ancora oggi e comunque almeno per me.
Tra le band più recenti che ricalcano secondo me gli schemi del grande rock anni 70 apprezzo di gran lunga i miei coetanei Pearl Jam. Anche se vanno genericamente sotto il nome di Grunge, io credo che siano soltanto una moderna reinterpretazione, molto ben riuscita a mio avviso, del Rock originale. Che poi non abbiano fatto da colonna sonora ad una rivoluzione culturale è un altro discorso…
Ho una particolare ammirazione per un grande chitarrista della mia generazione (intesa come nati negli anni 60), Warren Haynes e i suoi splendidi Gov’t Mule, i miei preferiti tra gli attivi oggi. Apprezzo anche i “giovani” bluesmen americani quali Joe Bonamassa e John Mayer, a cui sono particolarmente grato per mantenere vivo un certo modo di fare musica e suonare la chitarra.