Superlinux è tornato!

Il 2022 è stato l’anno del mio ritorno a Linux e al software libero ed open source. Dal 2007 ero diventato un utente Macintosh e pertanto avevo abbandonato ogni velleità di utilizzo di software libero. Ero stanco di lottare con i mulini a vento e mi sono lasciato andare alla comodità di un sistema pronto all’uso e chiuso ad interventi dall’esterno. E pensare che mi chiamavano Superlinux. Ma sono successe tante cose nel frattempo. Ho perso il lavoro da geologo e dopo qualche tempo le mie conoscenze informatiche mi hanno consentito di riciclarmi in tale ambito. Ho cominciato a ripensare all’ormai lontano interesse e fascinazione per la programmazione visto che avevo incominciato a scrivere semplici codici per lavoro. Il ricordo della linea di comando ogni tanto mi faceva ripensare a Linux. Come sarà cambiato dopo tanti anni? Ma in tutti questi anni l’invasività nelle nostre vite da parte delle grandi aziende di internet era aumentata a dismisura. Quando ho fatto davvero mente locale su questo fatto ineluttabile, una certa parte di me si è risvegliata…

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Sono ancora in Grado!

Ultimamente sono stato un po’ indeciso sull’uso delle testine sul mio giradischi Thorens TD-160. Sono affezionato al marchio Grado perché mi piace molto l’idea che negli USA di oggi ci sia una azienda a gestione familiare che costruisce testine e cuffie a mano in un vecchio laboratorio di Brooklyn usando anche vecchie macchine nate per l’orologeria. Ma con le Grado ho avuto grossi problemi. Non per colpa loro (niente Grado dance, Grado hum o… “deGrado” delle prestazioni nella parte più interna dei dischi). La colpa è tutta mia. Sono stato estremamente maldestro nella sostituzione degli stili. Ne ho rovinati tre. Un preziosissimo 8MZ (sono ancora a lutto), un Gold1 ad un Black2. Tutto mentre ero in condizioni economiche che non mi permettevano di spendere soldi per l’Hifi.

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Non posso crederci…

Quello che mi è successo a inizio 2022 ha dell’incredibile. E’ qualcosa che non avrei mai pensato di realizzare, un piccolo sogno dimenticato che si è avverato in modo quasi naturale. Non avevo mai considerato una possibilità di questo tipo eppure … mai dire mai nella vita. E’ proprio vero. Alla mia età, per la prima volta mi è successo di partecipare ad una canzone con la mia chitarra, un brano che è stato pubblicato su tutte le piattaforme di streaming. E’ una cosa piccolissima, una goccia nell’oceano, ma per me è una grande realizzazione, del tutto inaspettata o programmata. Un serie di cose sono accadute che mi hanno portato a questa opportunità. Sono molto felice che un brano ufficiale contenga un mio piccolo contributo musicale. Mi osno tolto una grossa soddisfazione… Continue reading  

La Stratocaster, Hendrix e SRV

Suono la chitarra da quando avevo 11 anni e ho sempre sognato di avere una Stratocaster. Era la chitarra usata da Dodi Battaglia e la volevo anche io. Non potevo certo permettermela e i miei genitori mi comprarono una riproduzione, il regalo più bello che io abbia mai ricevuto. Tempo dopo ebbi modo di acquistare a prezzo di costo una Strat della PRS e poi quasi smisi di suonare. Ripresi parecchio dopo e decisi di realizzare il sogno. Vendetti la PRS e acquistai una Fender Stratocaster. Anche se è una Made in Mexico, ritengo di aver raggiunto il mio obbiettivo. È una riproduzione vintage del 56, uno dei primi modelli creati da Leo Fender che si chiama come mio figlio e compiva gli anni il mio stesso giorno.
Suonando la chitarra elettrica è inevitabile arrivare prima o poi a Jimi Hendrix, Eric Clapton e Stevie Ray Vaughan, in particolare se si ama la Stratocaster; o meglio, se si amano quei chitarristi si finisce per sognare una Stratocaster.
Per me il sogno si è innescato con un chitarrista italiano, poi i soliti David Gilmour e Mark Knopfler mi hanno spinto a risalire a Jimi Hendrix e al suo erede chitarristico SRV.

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Papà, qual è la macchina migliore di tutte?

Da bambino ero appassionato di automobili. Mi affascinavano nel loro modo di funzionare. Trovavo miracoloso che un motore che bruciava benzina potesse innescare una serie di meccanismi che contribuivano a far girare le ruote e far raggiungere alla “macchina” prestazioni anche da primato. Ma quello che mi affascinava delle auto era che fossero una cosa da adulti. Saper guidare era “da grandi” e non vedevo l’ora di imparare. Guardavo le auto che popolavano la mia città e sognavo di guidarne una. Ovviamente, come quasi tutti i bambini dell’epoca, giocavo con le macchinine ma a me piacevano le riproduzioni dei modelli “normali”, quelli che si incontravano tutti i giorni. Le Porsche e le Ferrari non mi interessavano. Ero attratto dalle auto delle persone vere, quelle con cui la gente andava a fare la spesa, al lavoro, portava i figli a scuola o a trovare i nonni e magari andava in vacanza. Erano i tempi in cui la Fiat 500 aveva motorizzato gli italiani. La 600 ne era l’evoluzione e l’850 ne era la versione ampliata. La regina indiscussa era la Citroen DS, l’auto più bella mai costruita. Ma la migliore davvero qual era? Continue reading