Sono sempre stato assertore del fatto che il digitale, sebbene molto comodo per tante cose, ci costringe ad andare di corsa e a fruire superficialmente il prodotto o la forma d’arte. Ho sempre sostenuto su questo blog che il mio insistere nell’usare strumenti analogici quando posso è dovuto ad una necessità di riscoprire altri ritmi di tanto in tanto, più umani. Quindi mettere un disco in vinile per ascoltare musica consente un maggiore approfondimento, una fruizione più completa dell’opera d’arte (anche solo perché ci è impossibile saltare da un brano all’altro ad esempio, o estrarne una “playlist con un ordine diverso da come l’ha concepita l’artista). Ma acquistare nuovi dischi sta diventando molto costoso e quando penso che per comprare un disco dovrei spendere 2 o 3 mesi di abbonamento ad un servizio di streaming, anche io comincio a riflettere. Ne vale la pena nel 2023 insistere con l’analogico? Specie se non si naviga nell’oro?
Author: Pasquale Robustini
Io speriamo che me la “cavo”…
Mai avrei pensato che avrei sentito il bisogno un giorno di scrivere di cavi Hifi! Certo, è importante non connettere i propri preziosi componenti con una “piattina”, ma non ho mai speso cifre importanti per i cavi. Ritengo una follia spendere più di 5e al metro e sinceramente è così facile costruirsi ottimi cavi da soli che il mio ultimo acquisto come cavo Hifi risale al 2014: 40e per dei cavi di segnale TNT Ubyte-I preassemblati da un appassionato che uso dal pre fono all’amplificatore; avevo già dei Monstercable Interlink 300 che uso ancora tra Dac e amplificatore. Per il resto ho fatto da me seguendo sempre i suggerimenti di TNT-Audio.
Geo-rimpianti?
Una volta facevo il geologo ed ero pure abbastanza bravo. Solo che me ne rendo conto oggi, a quei tempi non ne ero coscente e forse questo è uno dei motivi per cui oggi non lo faccio più. Magari ci si è messa anche la sfortuna e qualche scelta poco oculata. Sta di fatto che oggi faccio altro e che all’epoca mi sentivo circondato da colleghi ben più esperti di me soffrendo a volte di un leggero complesso di inferiorità. Non che fossi un genio della scienza (o almeno non ho mai avuto l’opportunità di provarlo) ma diciamo che per quel che riguarda la capacità di capire e risolvere alcuni problemi geologici non sono stato niente male.
Due parole sull’energia nucleare
Per cominciare ricordo che sono un geologo, non un fisico nucleare, ma un po’ di basi per capire e divulgare ce le ho anche io. Ci tengo a farlo perché da persona di scienza ci tengo a chiarire per me e per altri il reale funzionamento di certi fenomeni naturali a precindere dalle loro applicazioni tecnologiche. Quindi vediamo di chiarire cos’è l’energia nucleare: in natura si osservano 4 tipi di energia, l’energia elettromagnetica, l’energia gravitazionale, l’energia nucleare debole e l’energia nucleare forte. Le prime due possiamo sperimentarle nella vita di tutti i giorni. La luce stessa è espressione dell’energia elettromagnetica ma anche le connessioni wifi e le onde radio. Le energie nucleari sono meno visibili perché agiscono all’interno degli atomi.
I costi del restare analogici
Riflettevo (e non sarebbe la prima volta) sui costi e l’impegno di continuare a usufruire di musica con un giradischi analogico. In realtà il sistema analogico non è intrinsecamente superiore a quello digitale. La qualità sonora dipende dalla registrazione originale, dalla sua masterizzazine e da come è stata creata la copia di cui usufruiamo, che sia un disco un vinile, un CD o un file. Ho dei dischi in vinile che suonano peggio dei file MP3 delle stesse tracce! Sono abbonato a Tidal HiFi e per 10 euro al mese ho tutta la musica che voglio in qualità CD (anche di più dato che lo streaming in banda larga oggi va incontro a meno errori della lettura dati da un disco ottico). Quindi chi me lo fa fare?
Ma che diavolo fa un geologo?
Noto spesso che persino altri scienziati ben preparati quando parlano di geologia a volte commettono errori banali. Forse, essendo la Geologia una scienza relativamente nuova, è poco conosciuta. ad esempio, l’altra scienza “cugina” perché anch’essa scienza “storica”, l’Astronomia, è ben più nota. Probabilmente guardare in alto, verso le stelle, ci fa sognare di più che guardare in basso, sottoterra. Poi molti associano il geologo alla sua libera professione, quella legata all’edilizia, ai sondaggi, allo studio delle caratteristiche tecniche dei terreni. Ma quella è solo una delle tante applicazioni della Geologia. Altre possono essere la ricerca delle risorse del sottosuolo, lo studio del rischio geologico (terremoti, eruzioni, frane, alluvioni – temi che forse spiegano il maggior fascino dell’Astronomia rispetto alla Geologia). Potrei continuare ma voglio qui soffermarmi su quello che davvero è tipico del geologo, qualunque attività faccia: il geologo è in grado di lavorare sul terreno.